Regia di S.J. Clarkson vedi scheda film
Quella di far scrivere il nuovo film della Sony ambientato nel mondo, “alternativo” a quello del MCU, di Spiderman dagli stessi autori (Matt Sazama & Burk Sharpless) che avevano sceneggiato (!?) Morbius non è stata esattamente una grandissima idea.
Anche quella di affidare la regia alla britannica S.J. Clarkson, all’esordio sul grande schermo e regista di serie TV, anche di grande successo come Game of Thrones, Orange Is the New Black, Dexter, Jessica Jones, Anatomia di uno scandalo e Succession, ma con ben poca esperienza sia di supereroi che di cinema action e/o spettacolare, rischiava di rivelarsi un grosso errore.
Ovviamente anche la nebulosa programmazione dietro allo Spiderman Universe (ma privo ancora di Spiderman) della Sony, che sembra essere stato costruito unicamente per sfruttare commercialmente il successo del MCU e dello Spiderman di Tom Hollande, ha contribuito a condannare il nuovo Madame Web prima ancora che iniziassero le riprese.
Il risultato dell’ennesimo spin-off ufficialmente (!) collegato all’universo di Spidey (quale, poi, esattamente?) ma evidentemente incapace di legarvisi direttamente, è un gran pasticcio già ampiamente massacrato dalla critica americana come anche dal pubblico a stelle e strisce (che c’entri poi anche l’acclamata misoginia di una parte di fans particolarmente tossici, con i troll online pronti a fare a pezzi qualsiasi cosa anche solo lontanamente associata alle supereroine?)
L’ulteriore fatto che il film si basi poi su una protagonista praticamente sconosciuta, oltre che estremamente minore, dello “spider verse” fumettistico non ne ha certo aiutato il successo (e un po' come se la DC/Warner decidesse di fare un film su Jimmy Olsen), dando poi l’impressione che la Sony stia “raschiando il fondo del barile” (El Muerto?) pur di trovare qualche personaggio che si prestasse maggiormente alle “direttive” del politicamente corretto in voga oggi ad Hollywood.
Madam Web è meno orribile di quanto viene dipinto (un qualche accanimento c’è sicuramente) ma non è nemmeno un bel film, tutt’altro.
È un film strano, fuori tempo. Presenta molte insulsaggini, specie nella seconda parte, è diretto col pilota automatico e non aiuta una fotografia illustrativa (e troppo derivativa) del veterano Mauro Fiore, per un’estetica e un modello narrativo che segna nuovamente il ritorno a un’epoca di adattamenti fumettistici antiquata, divenuto ormai un (triste) marchio di fabbrica delle pellicole targate Sony.
Il cast stesso finisce vittima di tale approssimazione, con la protagonista Dakota Johnson che lavora di mestiere ma anche le altre, giovani, ragazze del cast (la rampante Sydney Sweeney, piuttosto in sordina, Celeste O'Connor e Isabela Merced), scelte per attirare un pubblico (maschile) di giovanissimi, non riescono a dare spessore, anche per colpa della sceneggiatura, ai loro personaggi.
Completano il cast Tahar Rahim, Adam Scott, Emma Roberts, Mike Epps e Jill Hennessy.
VOTO: 4,5
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