Regia di Coralie Fargeat vedi scheda film
Elisabeth Sparkle (Demi Moore), in passato premio Oscar come attrice, si è ridotta con l’età a condurre un programma televisivo di fitness. Anche qui, però, le cose si mettono male quando il suo capo decide di farla fuori, per sostituirla con una ragazza più giovane e prestante. Incapace di rassegnarsi allo smacco, Elisabeth decide di iniettarsi una sostanza in grado di produrre letteralmente un’altra sé stupenda e bellissima, che uscirà dal suo corpo e potrà sostituirla a ciclo continuo per una settimana esatta, mentre lei vegeta in uno stato comatoso. Ma quando l’altra sé, di nome Sue, diventa una star e decide di abusare del suo tempo, la faccenda inizia a complicarsi.
Nel mondo in cui viviamo, l’aspetto esteriore, l’apparenza, sono spesso le uniche carte a disposizione per raggiungere il successo, o perlomeno mantenerlo. La regista Coralie Fargeat, nel girare The Substance, parte da questo assunto valido ovunque e, in particolar modo, a Hollywood: basti pensare al nome di attrici, vere star internazionali, spesso di grande talento, che col trascorrere degli anni sono scese a patti con la chirurgia estetica, pur di cercare di mantenere intatto il loro aspetto, spesso col solo risultato di tramutarsi in maschere grottesche. La protagonista incarna questa smania folle e normalizzata: quella di cercare di sconfiggere il tempo che passa, e i segni che lascia sulla pelle, in ogni modo, costi quel che costi. Se The Substance, pertanto, porta con sé dei significati pregnanti e niente affatto trascurabili, non dimentica di regalarci una narrazione adrenalinica, sincopata, ironica e grottesca, in bilico tra realtà e fantascienza, di sicuro effetto. Per il resto, nel rappresentare la disgustosa trasformazione fisica di Elisabeth, si presenta come un body horror a tutti gli effetti, uno dei più impressionanti che si siano mai visti sullo schermo. Un plauso, infine, a Demi Moore, che ci regala una delle interpretazioni più intense della sua carriera.
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