Regia di Coralie Fargeat vedi scheda film
L'horror è un genere che ormai ho abbandonato da anni, senza rimpianti, ma qui ero curioso di vederlo soprattutto per la circostanza che la nostra cara e splendida Demi Moore è ultra favorita per la vittoria dell'Oscar. Mi sono ritrovato questo "The substance", opera seconda della francese Coralie Fargeat realizzata negli States, allegoria pessimista sulla pretesa di non invecchiare collegata al corpo femminile, satira velenosa e acuminata che si scaglia contro lo strapotere maschile nei network televisivi e sul desiderio morboso di avere sotto i riflettori donne eternamente sexy e dal fisico perfetto.
"The substance" è un body horror che ha il coraggio delle sue convinzioni ed è stato premiato da un'ottima accoglienza già alla sua presentazione al festival di Cannes, dove ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura, adesso da 5 nomination agli Oscar e incassi soddisfacenti.
Una satira dunque, ma virata su toni grotteschi e oltranzisti, una visione ipertrofica, certamente "eccessiva", dove si potrebbero citare diversi "numi tutelari", che forse non sono così influenti in ogni caso. Un horror che riprende la lezione anni 80/90 di Cronenberg, del Brian Yuzna di "Society", con corpi che esplodono, escrescenze schifose che si sviluppano dopo che la protagonista accetta di sottoporsi ad un trattamento di supposto ringiovanimento miracoloso, che però crea un clone di sé stessa apparentemente perfetto, ma che non può interagire in sua presenza, perché sono due facce della stessa medaglia, due volti della stessa mercificazione del corpo femminile. La regista ha il polso fermo nel creare atmosfere sempre più disturbanti, nel mischiare elementi eterogenei in un cocktail che, per quanto a tratti risulti un po' deja vu e nel complesso senza grandi sorprese, allo stesso tempo dimostra un coraggio della visione che non può passare inosservato, anche e soprattutto nell'esplosione di ferocia e cattivo gusto della parte finale, con un iperrealismo quasi lynchiano che lascia il segno.
Un film non proprio originalissimo e con qualche cedimento soprattutto nello script, mentre la regia amministra con intelligenza le idee figurative che portano avanti il racconto, si avvale di collaboratori al make up che probabilmente prenderanno la statuetta per un lavoro certosino ed encomiabile, infine dirige con bravura gli attori. Demi Moore accetta qui un ruolo rischioso per rilanciare una carriera stagnante e offre una performance sicuramente fra le sue più interessanti, una variazione sul conflitto Jekyll/mr. Hyde dove l'attrice ci mette di suo un'angoscia e uno sgomento molto credibili; a mio parere non tale da meritare davvero l'Oscar (Mikey Madison in Anora è superiore), ma comunque da apprezzare per un impegno assai poco standardizzato. Margaret Qualley è perfetta nella parte del contraltare sexy di Elisabeth Sparkle, con una fisicità che non passa certo inosservata, mentre Dennis Quaid fa una caricatura di tycoon televisivo sorprendentemente efficace pur se un po' sopra le righe.
Dunque "The substance" è stata una sorpresa a suo modo gradita, un film che non vuole piacere a tutti i costi allo spettatore, ma finisce per trascinarti in un universo fittizio cosparso di citazioni che risulta nel complesso coerente, a suo modo intrigante.
Voto 7/10
The Substance (2024): Margaret Qualley
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Ciao Stefano Concordo con la tua recensione , in particolare poi con l'osservazione finale " ...film che non vuole piacere a tutti i costi allo spettatore .." ; considera che io ho visto pochi film horror quindi a maggior ragione sono andata a vederlo con molti sospetti . Certamente quella deriva finale esageratamente splatter mi ha fatto un poco storcere il naso eppure , ripensandoci a distanza di giorni , devo dire che forse pure quello era funzionale alle intenzioni della regista che ,come dici bene tu , è stata davvero coraggiosa nell'esporre il grave problema umano delle attrici che si vedono escludere opportunità di lavoro in età matura , ma non solo ; infatti poi anche la donna in generale si fa condizionare da questa ricerca assurda della giovinezza perpetua a tutti i costi ( vedi certe facce in giro che sono puro orrore , e lo dico con tanta compassione ) . Sto cercando di recuperare il suo primo lavoro .
Entrambe le protagoniste molto brave , però la Moore ha fatto sicuramente la differenza con una interpretazione sofferta e sentita e quindi la candidatura all'Oscar se lo è meritato , poi non posso giudicare il confronto con altre perchè non ho potuto vedere tutti i film candidati in particolare Anora che dovrò recuperare , mentre ho potuto apprezzare la Torres di Io sono ancora qui , al contrario non mi capacito della candidatura della K.S.Gascon sulla cui interpretazione stendo un lenzuolo pietoso !! Mahh ....
Ciao Dolly ti ringrazio per il commento come sempre molto approfondito. Credo che in questo caso il tuo parere sia anche più importante dato che sei una donna e il film abbraccia chiaramente posizioni femministe, e la critica alla pretesa soprattutto maschile di avere donne eternamente giovani è evidente. Demi Moore è stata brava, sicuro, magari si può obiettare che dopo una carriera non esaltante per la qualità dei suoi film adesso le diano subito l'Oscar, ma aspettiamo a vedere che succede domenica prossima, magari potrebbe esserci qualche sorpresa. Non ho visto finora Io sono ancora qui. Non entro qui nel merito del cosiddetto "scandalo Emilia Perez", perché non mi sembra il caso, però l'interpretazione della Gascon nel film mi sembra eccellente, dunque meritevole della candidatura. Grazie e a presto
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