Regia di Coralie Fargeat vedi scheda film
Una show girl di successo viene contattata per prestarsi a un esperimento in cui potrà recuperare la sua giovinezza. Moderna trasposizione del patto faustiano il cui epilogo è piuttosto scontato.
Un misto tra Cronenberg e Tarantino. La carne è assoluta protagonista: si dissolve, rimodula, decompone e ricompone. E con essa, l'anima della protagonista. Un film sulla dissoluzione della nostra società votata al culto dell'estetica, sull'incapacità di invecchiare e sui meccanismi tritacarne dello show business. Il messaggio è abbastanza chiaro, il modo in cui lo si veicola è eccessivo, grottesco e persino incoerente a ben vedere. Se la morale infatti è quella di stigmatizzare la chirurgia estetica, Demi Moore è la testimonial peggiore che si potesse scegliere. Quanto alla trama: lo sdoppiamento dovrebbe avvenire tra due istanze dello stesso individuo ma così non è, alla fine. Il clone non è identico all'originale e non è nemmeno minimamente empatico con la sua matrice. Il meccanismo di autodistruzione che si innesca è insensato per certi versi, se la matrice non vive la sua giovinezza in prima persona allora perché vuole addormentarsi e lasciare spazio a un'altra entità? E se invece l'entità è la stessa, che senso ha martirizzarsi così sapendo che ciò porterà a un epilogo tragico? Il finale in effetti risponde a questa domanda attraverso l'abuso di splatter e grottesco. Un buon film nel complesso, esteticamente ben fatto e tutto sommato ben recitato ma che manca di qualcosa per dirsi un capolavoro.
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