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The Substance

Regia di Coralie Fargeat vedi scheda film

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Souther78

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La recensione su The Substance

di Souther78
3 stelle

Disgustosa e decerebrata escalation di putridume e ostentazione di volgarità celate dietro a chissà quale acuta riflessione esistenziale. Autrice irrisolta che scambia il cinema per lo psicoterapeuta. Non è la prima, nè sarà l'ultima. Peccato perchè l'idea di partenza sarebbe stata pure carina... ma dopo mezz'ora naufraga miseramente.

 

Pretenzioso. Ecco, l'ho detto, così non fingeremo di ignorare l'elefante proprio là: al centro della stanza.

 

Soliloquio introspettivo della regista, donna prossima ai 50, che ingaggia un'attrice che ha superato i 60, per raccontare la parabola discendente di un'attrice di 50 anni.

 

Ipocrita. Perchè vorrebbe proporsi come libello morale del prossimo, stigmatizzando ed estremizzando il ricorso alla chirurgia estetica, e, in ultima analisi, al ringiovanimento. Ma proprio la protagonista, oltre alle labbra stile canotto, che da anni ostenta, è assurta alla ribalta delle cronache in tempi oramai remoti proprio per il seno rifatto. Direbbe il Nanni (Moretti, per chi si fosse appena sintonizzato) di un tempo: "Ma che, mi vuoi fare la morale sull'accettazione del proprio corpo, te che ti sei rifatta da capo a piedi?". 

 

Lo stile è pretenzioso, al pari dell'estetica. Insomma, qui proprio tutto trasuda ostentazione.

 

Il pregio principale dell'opera è l'incipit, che però cede il passo prestissimo a tutti i numerosi ed eccessivi difetti, a partire dalla totale inverosimiglianza della vicenda: se proprio vuoi fare un film con ambizioni fantascientifiche, inventati un qualcosa di plausibile scientificamente. Futuribile? Ok! Improbabile? Ok! Ma qui siamo al ridicolo e oltre, e nulla di ciò che si vede ha un senso o potrebbe averne. 

 

Se inizialmente sembrava una sorta di thriller fantascientifico dai risvolti metaforici di critica sociale, poi si rivela - diciamocelo serenamente - una cagata adolescenziale splatter disgustosa e oscena. Ora, siamo certi che la regista di questa porcheria l'avrà abbondantemente motivata attraverso suggestioni assai profonde e di grande spessore. Ma la verità è evidente: un'idea, una sola idea buona, non basta a fare un intero film di oltre due ore di durata. Qui tutte le cartucce sono sparate entro la prima mezz'ora. Tutto il resto? Noia. A tal proposito, non sfugge l'inutilissima dilatazione temporale di una vicenda che vorrebbe caricarsi di pathos, mentre sfocia semplicemente nel ridicolo, in una sorta di guerra tra povere che viene combattuta con munizioni a salve: ti odio, aspetta, ma allora MI odio... ma non posso.... allora ti uccido, no aspetta... vorrebbe dire uccidermi... ma non importa. Anzi, sì, importa... o no? Maddai..... un'ora e mezzo di irritanti irritazioni irrisolte ("Adesso ti faccio vedere io!!"..... e l'atroce torto qual è? Sporcar casa? Bah).

 

Tutti i virtuosismi (o presunti tali) del mondo non possono sopperire alla pochezza dell'opera, che sembra immediatamente decollare, ma poi precipita verso un baratro in cui il disgusto si alterna alla noia, entrambi conditi con il fastidio per l'insensatezza degli accadimenti. Sia dal punto di vista scientifico che morale.

 

Morale della favola? Abbiamo capito che la regista si caca letteralmente sotto dalla paura di invecchiare e di essere perciò emarginata dallo starbiz. Ma sai che c'è? Ehi, il mondo è ingiusto, lo star system è fatto da pedofili satanisti, tu ci vuoi entrare per dar sfogo al tuo ego, e poi te ne lamenti? Be', ci sono tanti campi da coltivare... perlomeno finchè Blackrock non se li compra tutti come sta facendo con le case di produzione cinematografiche...

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