Regia di Coralie Fargeat vedi scheda film
Film che partiva da un'idea interessante ma che risulta svilito da una messa in scena grossolana e ripetitiva, con un crescendo splatter che trascina la storia in un vortice grottesco e surreale
Lavoro ambizioso che parte dalle radici della metamorfosi metafisica tanto cara a Kafka e, cinematograficamente, al Cronemberg de "La mosca", trovando terreno fertile nella ossessione molto contemporanea dell'apparire sempre giovani e piacenti, soprattutto nel mondo effimero e patinato di Hollywood.
Ma è la messa in scena a deludere, grossolana e marcata oltre il necessario, con personaggi ridicoli sin dalla prima scena e situazioni semplificate fino a renderle banali e prevedibili.
Nessuna analisi psicologica introspettiva, dialoghi inesistenti, solo colori e musica a discapito di un tema su cui si poteva lavorare molto di più (quanto e come la mutazione del corpo più influenzare e danneggiare la mente).
La deriva splatter finale chiude il cerchio sfociando nella parodia oltre il grottesco, un po la scelta discutibile di Aronovsky in "Madre" dove la voglia di strafare aveva fatto deragliare completamente un lavoro impostato in modo interessante e convincente.
In sostanza una occasione persa, e dispiace perché Demi Moore ha messo in campo una performance davvero di livello.
Voto finale: 5
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