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The Substance

Regia di Coralie Fargeat vedi scheda film

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La recensione su The Substance

di diomede917
8 stelle

CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917: THE SUBSTANCE

Meritatissimo premio per la sceneggiatura al Festival di Cannes, esce nelle sale il body horror più osannato del momento.

Ed è una strana coincidenza che dopo Titane sia un’altra regista francese, anche lei alla sua opera seconda a parlare di corpi che mutano, si aprono e si trasformano in qualcosa di peggio e soprattutto in qualcosa da cui non si può più tornare indietro.

Coralie Fargeat ci parla dell’ossessione per la perfezione fisica che a Hollywood è decisamente molto sentita sia dalla mentalità maschilista di chi sta ai vertici del potere ma anche dalle donne che calpestano ogni concezione e simbolo femminista in nome della bellezza e delle luci della ribalta.

La metafora della stella del Walk of Fame che apre The Substance ci fa capire dove il film vuole andare a parare. Elizabeth Sparkle è inizialmente osannata ed esaltata grazie all’Oscar vinto e poi viene calpestata, danneggiata e poi sporcata da tutti quelli che ci passano sopra senza neanche accorgersi di chi sia.

Adesso è una bellissima 50enne col fisico da 40enne grazie ai tutorial di fitness che vende in TV (ed è bellissimo che questo personaggio venga interpretato dalla splendida 60enne Demi Moore), ha il suo ritratto di Dorian Gray gigantesco al centro del suo salotto e vive sola, orgogliosamente sola fino a quando non sente la telefonata del suo capo nel bagno degli uomini a darle il benservito.

Ha 50 ed è troppo vecchia. Bel regalo di compleanno. Grazie ad un incidente d’auto, fa la conoscenza con un infermiere che le dà il numero di telefono per comprare una cosa che le cambierà la vita: LA SOSTANZA.

È un kit che ti permette di creare una tua te ma decisamente più giovane e migliore, unica condizione si devono alternare una settimana per uno. Mentre una vive la propria dimensione l’altra si nutre di con un preparato apposito e viceversa.

E così dalla schiena di Elizabeth nasce Sue, il suo alter ego che ha le sembianze bellissime e seducenti di Margaret Qualley che supera brillantemente e facilmente il casting per sostituirla.

Da questo momento Coralie Fargeat ci fa entrare dentro un delirio di 140 minuti dove cita il meglio del cinema di genere conservando una sua personalità sia come regista che come sceneggiatrice donandoci una storia e un film fantastico.

Stanley Kubrick a Go Go con corridoi labirintici che sembrano usciti da Shining, il tema del doppio rimanendo comunque un unico essere tanto caro al David Cronenberg di Inseparabili ma anche al delirante La Mosca (in questo caso la BrundleMosca si trasforma nell’Elephant Man di Lynch), fino all’esplosione di corpi e sangue che rimandano a The Society e il finale di Carrie lo sguardo di Satana di De Palma.

La Coralie Fargeat sceneggiatrice è meravigliosa nel raccontare questa sfida tra il vecchio e il giovane, tra il corpo che invecchia alle richieste del momento e il nuovo corpo che è la risposta corretta alla desiderata dello show business. E tutto questo all’interno di una sola persona che si brama e si auto scava e si auto nutre fino al midollo (in tutti i sensi).

The Substance va oltre alla rappresentazione bipolare della doppia personalità, qui abbiamo un doppio corpo che ha le sue pretese e i suoi egoismi che contemporaneamente vorrebbe eliminare l’antagonista (in puro stile Eva contro Eva) ma al tempo stesso è fonte primaria di vita. Il più incredibile di omicidio-suicidio.

Mentre la Coralie Fargeat regista ci regala momenti di altissimo cinema come quello della Demi Moore allo specchio che si prepara ad un appuntamento con un suo compagno di scuola che non si accetta e si umilia oppure il delirante finale dove rappresenta l’autodistruzione splatter di Margaret Qualley in maniera dettagliata che è una meraviglia per gli occhi.

The Substance è grandissimo cinema che ti fa amare sempre di più la settima arte.

Voto 8

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