Regia di Coralie Fargeat vedi scheda film
The substance è un oggetto ambiguo, difficile da definire, perché riprende temi classici ma li tritura nell'avanguardia pura: immaginate Dorian Gray in salsa Cronenberg, o anche un Dottor Jekyll e Mr Hyde girato da Aronovfsky, pompato con ettolitri di sangue e metanfetamine, e passato attraverso i filtri iper-saturati di Instagram.
The substance è un oggetto ambiguo, difficile da definire, perché riprende temi classici ma li tritura nell'avanguardia pura: immaginate Dorian Gray in salsa Cronenberg, o anche un Dottor Jekyll e Mr Hyde girato da Aronovfsky, pompato con ettolitri di sangue e metanfetamine, e passato attraverso i filtri iper-saturati di Instagram.
The substance è un oggetto paradossale perché è un body horror dalla superficie patinata, uno splatter che potrebbe andare sulla copertina di Vogue, un film furbetto ed eccessivo, in ogni caso ben consapevole di quel che fa: sa come piacere esattamente quanto sa come ripugnare, attrae lo sguardo dello spettatore coi suoi corpi perfetti, lisci e lucidi come il dorso di un I-phone, per poi respingerlo violentemente con immagini studiate a tavolino per repellere e disturbare.
The Substance è un film sfacciatamente pop che però è un atto d'accusa proprio alla superficialità della società dell'immagine.
Prima ancora che la paura di invecchiare, suo tema centrale è lo sguardo del maschio sul corpo femminile, sguardo a cui il film in fine dei conti aderisce, indugiando ossessivamente sull'epidermide - liscia e luccicante tanto quanto lacerata e putrescente - delle attrici e, nel suo tentativo di scavare a fondo nei corpi che inquadra, non trova tanto un'anima quanto cataste di organi interni.
La regista è una donna che adotta però lo sguardo maschile di cui sopra, per farlo esplodere e lasciar emergere il fondo horrorifico e disgustoso di cui si nutre.
The substance è stato definito un horror femminista e in parte sicuramente lo è, ma è anche molto altro: è un'esperienza visiva e sensoriale unica che, nonostante duri più di due ore, non molla il colpo per un istante; è un'opera di sarcasmo e satira che strappa sorrisi (anche in senso letterale) mentre dà il voltastomaco; è un film potente, esagerato, titanico, che punta certo al botteghino ma non ha paura di disgustare lo stesso pubblico che attira.
A me The substance ha entusiasmato, se avete lo stomaco di ferro vedetelo assolutamente, godetene e poi, felicemente, vomi
tate.
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