Regia di Coralie Fargeat vedi scheda film
Se Cronenberg, Gilliam, Aronofsky, il primo Peter Jackson, si fossero iniettati "la sostanza" probabilmente, come loro doppio, sarebbe nata Coralie Fargeat, almeno a giudicare la regista parigina da questo incredibile "The Substance". La Fargeat, reduce da un film che ha fatto parlare di sé ma neanche poi troppo, "Revenge", questa volta fa il botto con un film difficilmente classificabile, se non che siamo nel campo della fantascienza e dell'horror. Una trama geniale supporta una ricerca visiva a tratti snervante, specialmente nella prima delle due ore e rotte di visione, che spinge il film in territori freddi, da videoclip, con colori saturi, per poi esplodere, letteralmente, nella seconda parte, dove la discesa agli inferi si compie in tutta la sua brutalità. "The Substance" non lascia indifferenti e credo dividerà il pubblico, nettamente: o lo si ama o lo si odia. E' un'opera molto disturbante, che via via si fa soffocante, carnale, rivoltante, con il suo mischiare fondoschiena perfetti e trasecolanti parti umane. C'è una Demi Moore coraggiosissima, inedita e splendida, che si dona completamente al film e che fa a pugni con la giovane, splendente, Margaret Qualley, fisico mozzafiato. Quasi nulla ci viene risparmiato, in questa folle riflessione sull'invecchiare, sulla solitudine, sul doppio, sull'egoismo e sull'apparire, tanto da portare il film anche in territori politici. Un'opera che è già culto, secondo me, con le sue esagerazioni, con quel finale incredibile, fuori portata per un regista medio. Perturbante e, proprio per questo, da vedere.
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