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The Legend of Ochi

Regia di Isaiah Saxon vedi scheda film

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La recensione su The Legend of Ochi

di PC1979
8 stelle

The Legend of Ochi, diretto da Isaiah Saxon al suo debutto nel lungometraggio, è un'opera cinematografica che incanta e sorprende, mescolando fantasy, avventura e un tocco di realismo magico. Prodotto dalla rinomata A24, il film si distingue per un'estetica artigianale e una narrazione emotiva che richiama classici come E.T. l'extra-terrestre e Il mio vicino Totoro.

 

La trama del film

La storia segue Yuri (interpretata da Helena Zengel), una giovane ragazza cresciuta su un'isola remota chiamata Carpathia, dove gli Ochi, creature misteriose e temute, sono considerati nemici. Suo padre, Maxim (un intenso Willem Dafoe), la educa con rigore, insegnandole a temere questi esseri enigmatici. Tuttavia, quando Yuri si imbatte in un cucciolo di Ochi ferito, si sente irresistibilmente attratta da lui. Ribellandosi alle convinzioni imposte dalla sua comunità, la ragazza intraprende un viaggio straordinario per restituire la creatura alla sua famiglia, scoprendo così un mondo nuovo e una profonda connessione interspecie basata sulla musica e la comunicazione non verbale.

 

Un mondo visivamente incantevole

Isaiah Saxon costruisce un universo cinematografico che sfida i confini tra realtà e immaginazione. Girato nelle suggestive foreste primordiali della Transilvania, The Legend of Ochi sfrutta paesaggi naturali mozzafiato per immergere lo spettatore in un'atmosfera senza tempo. La scelta di evitare un uso eccessivo della CGI a favore di effetti pratici, burattini animatronici e costumi elaborati dona una tangibilità straordinaria alle creature e all'ambientazione.

Il direttore della fotografia Evan Prosofsky contribuisce a creare una dimensione quasi onirica, utilizzando obiettivi vintage Baltar degli anni '30, gli stessi usati in classici come Casablanca. Questo conferisce al film un'estetica pittorica unica, con una palette cromatica che evoca dipinti fiamminghi e un senso di magia antica e dimenticata.

 

Musica e linguaggio non verbale

Uno degli aspetti più innovativi del film è la sua esplorazione della comunicazione non verbale. La colonna sonora, composta da David Longstreth (Dirty Projectors), mescola sonorità classiche con la tradizione musicale dei Carpazi, utilizzando strumenti come il flauto di Pan. La voce degli Ochi si ispira al "throat-whistling", un particolare stile di fischio gutturale che aggiunge un'aura mistica alla loro presenza.

L'uso della musica come ponte tra Yuri e il cucciolo di Ochi si rivela il cuore pulsante della storia. La ragazza, inizialmente chiusa e ribelle, trova nella creatura una connessione autentica, lontana dalle costrizioni del linguaggio umano. Questa dinamica ricorda il legame tra il protagonista di Kes e il suo falco, o tra Alec e il cavallo nero in The Black Stallion, rafforzando il tema della crescita personale attraverso la relazione con la natura.

 

Un fantasy intimo e poetico

Nonostante il budget contenuto (circa 10 milioni di dollari), The Legend of Ochi dimostra che la passione e l'artigianalità possono generare un'esperienza cinematografica immersiva e toccante. Saxon, con il supporto di una troupe dedicata, ha dato vita a un'opera che sembra attingere da un tempo remoto, pur mantenendo una freschezza moderna.

Con la sua fusione di avventura, scoperta e poesia visiva, The Legend of Ochi è una fiaba moderna che cattura l'essenza dell'infanzia e la meraviglia dell'ignoto. Un film che parla al cuore dello spettatore, invitandolo a riscoprire il potere dell'empatia, della musica e della magia del cinema.

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