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Nosferatu

Regia di Robert Eggers vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Nosferatu

di port cros
8 stelle

Una favola gotica dell'orrore, dove Eggers come suo solito racconta il lato oscuro dell'animo umano e rapporto con l'irrazionale. La storia è stranota e lo scontro finale è quello con la donna desiderata. Lo stile è magnifico, il suo Nosferatu baffuto dalla voce gutturale non ha nulla delle seduttive riletture del mito del vampiro. Voto:7,75 su 10

 

Lily-Rose Depp

Nosferatu (2024): Lily-Rose Depp

 

Robert Eggers, che al quarto film non mi ha mai deluso, si conferma uno dei registi più interessanti della sua generazione. Con questo remake certamente si mette al servizio di un'industria hollywoodiana che ormai sforna soprattutto rifacimenti di titoli già celebri, ma al contempo realizza un progetto personale, dato che già dopo l'esordio con The Witch voleva girare un suo Nosferatu. Premetto che non avendo ancora visto i precedenti di Murnau e Herzog (cercherò di recuperare lo prometto!) la mia recensione si asterrà da qualunque confronto con i classici. La storia comunque è quella ben nota di Dracula di Bram Stoker, che Murnau riadattò cambiando nomi e ambientazione non avendo i diritti sul romanzo e infatti fu citato in giudizio e perse.

 

Il Nosferatu di Eggers è una favola gotica dell'orrore, dove il regista come al solito racconta il lato oscuro dell'animo umano ed il rapporto con l'irrazionale. Più che i ripetuti jump scare e una scena di esorcismo che ricorda fin troppo Friedkin, quello che rimane dopo la visione è una costante sensazione di inquietudine, merito anche di un sonoro strabiliante nel creare suspense e di una successione serrata di visioni sinistre, tra brumose foreste e inquietanti castelli dei Carpazi, orde di topi portatori di peste, cripte oscure.

 

Nosferatu di Eggers è un horror dallo stile magnifico, con la stupenda fotografia di Jarin Blaschke che gioca tra oscurità e luce lunare argentata e rievoca le ombre espressioniste della pellicola di Murnau, ma cita anche la pittura del romanticismo tedesco del periodo di ambientazione negli anni 30 dell'Ottocento: le scene dell'avvicinamento al castello in cui Thomas incontra nel bosco una carrozza con cui varca la soglia del soprannaturale sono le più strabilianti del film.

 

Nicholas Hoult

Nosferatu (2024): Nicholas Hoult

 

 

Il film passa dalla prima parte incentrata sull'agente immobiliare Thomas Hutter ed al suo viaggio in Romania, ad una seconda metà dove, arrivato il male a casa, il perno è la moglie Ellen, che ha un misterioso ambiguo pregresso in bilico tra il sentimento e l'orrore con il conte Orlok ed è da allora ossessionata da incubi e visioni terrificanti che la fanno credere malata di “isteria” e sottoposta a cure da cavallo.  Il malessere incurabile di Ellen e l'esistenza stessa del vampiro sono oggetto di scontro tra razionalisti e chi afferma per sconfiggere l'oscurità si debba per prima cosa ammetere  che esista. Ma, messi da parte i dibattiti filosofici, lo scontro finale con il mostro sarà affrontato dalla donna da cui questo è irresistibilmente attratto la quale , inviato il marito ad una falsa resa dei conti col sepolcro vuoto, si concede ad Orlok per porre fine alla sua orrenda minaccia trattenendolo nel suo letto fino ai fatali primi raggi dell'alba.

 

Ottimo il cast: il lanciatissimo Nicholas Hoult dopo Giurato n. 2 si conferma protagonista versatile ed efficace in generi disparati, Aaron Taylor Johnson convincente nella mentalità scientifica del suo personaggio scettico di fronte alle superstizioni, Lily Rose-Depp è l'eroina tormentata e traumatizzata , il fedele (ad Eggers) Willem Dafoe non delude in un ruolo à la Dafoe, Bill Skarsgård reso irriconoscibile dal trucco del vampiro ed avvolto da un perpetua penombra basa la sua performance sulla voce bassa e gutturale.

Il suo vampiro baffuto non ha nulla delle seduttive riletture moderne del mito del non-morto, à la Intervista col Vampiro, Twilight o True Blood, ma è spaventoso e repellente come quello originario del folklore rumeno , lo strigoi, da cui deriva e su cui l'autore si è dedicato a ricerche accurate, un male assoluto e famelico che succhia sangue non dal collo ma direttamente del petto.

 

Voto: 7,75 su 10

 

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