Regia di Robert Eggers vedi scheda film
Germania, prima metà del XIX Secolo. Il giovane agente immobiliare Hutter lascia la città di Wisborg, per recarsi, su disposizione del titolare dello studio, Knock, in Transilvania, ove, presso la propria dimora, l'attende l'anziano conte Orlok, per la firma di un contratto di compravendita immobiliare. Il nobile capartico ha acquistato una magione in Wisborg e, benchè in rovina, intende trasferirvisi il prima possibile. Orlok è altresì un vampiro, dal vero nome di Nosferatu, d'età indefinita; e, nell'incontrare Hutter, apprende che la giovane consorte Ellen era stata da lui già incontrata ... in sogno. Avendo sviluppato un'ossessione per la sensitiva, ha un motivo in più per precipitarsi in Germania, recando con sè morte e distruzione. "Nosferatu" è un remake dell'omonimo celebre capolavoro espressionista del 1922, diretto da Friedrich Wilhelm Murnau, il quale a sua volta aveva tratto ispirazione dal romanzo "Dracula" di Bram Stoker; la regìa è affidata a Robert Eggers, il quale aveva dato prova di buone capacità nel creare atmosfere dense, malsane, infide. Il regista statunitense ha l'occasione di cimentarsi in tal senso, in un'opera che trasuda morbosità. Il "cattivo" è una creatura antichissima; un parassita del genere umano che trae nutrimento dal sangue delle persone e piacere dal loro dolore. Non può vivere lontano dagli uomini. Egli, per poter soddisfare la propra individualità, deve controllarli, dominarli, condurli al dolore fisico e morale; infine, distruggerli. Emergono, in un insieme di potenziali vittime, chi gli occorre per realizzare le proprie finalità ... e persone come Ellen, la sensitiva, in possesso di facoltà non comuni delle quali lei stessa è solo in parte consapevole. Nosferatu, trovandosi di fronte il marito della ragazza - lo comprende grazie ad un medaglione che il giovane tedesco porta con sè, contenente una ciocca dei capelli di Ellen - trova un'ulteriore motivazione per abbandonare la sua terra d'origine in favore di una moderna città tedesca. La scelta del vampiro, non era stata, del resto, causale. Nella regione dei Carpazi ove egli dimora, è conosciuto, temuto, odiato, combattuto con magìe, esorcismi; trattato da reietto, isolato, condannato alla noia ed alla solitudine. Nella città di Wisborg, il cui porto offre prospettive di guadagno alla popolazione cittadina, moderna e razionale, l'esistenza di un vampiro, è un qualcosa di incredibile; al più, una superstizione. Dunque, Nosferatu avrebbe la possibilità di mimetizzarsi e colpire senza dover temere un'immediata reazione. Ma gli eventi sono precipitati ben prima del suo tremendo giungere in città; dunque, trova tre soggetti ad attenderlo. Uno è Knock, il quale (apprendiamo, consapevolmente) ha favorito il disegno del mostro confidando in benefici futuri e nel frattemo caduto in uno stato di follìa idolatra e sanguinaria. Un altro è il professor Von Franz, studioso dell'occulto e pertanto estromesso da tempo da tutti i circuiti d'insegnamento ufficiali; egli crede nell'esistenza di Nosferatu e sa che per eliminarlo è necessaria la collaborazione di Ellen, l'altra persona che, grazie alla sua preveggenza, intuisce l'arrivo del maligno. Il male si abbatte su Wisborg, in forma di pestilenza. I bacilli della malattia sono sparsi da orde di ratti sciamanti; in pochi ne sono risparmiati. La scienza non può nulla contro la diffusione del male. Hutter - nel frattempo tornato fortunosamente in patria - e gli ondivaghi amici della coppia, Anna e Friedrich, non sono in grado di offrire sostegno ad Ellen, la quale ha compreso che ella solamente potrà causare la morte del vampiro, sfruttando l'ambiguo sentimento che la mostruosa creatura prova per lei e pertanto attirandola in una trappola, letale per entrambe. Dolorosa consapevolezza ne ha anche Von Franz, ma egli non è in grado di trovare un'altra via d'uscita. Il singolare uomo di scienza - e di magìa - è interpretato da Willem Dafoe; il personaggio, anche grazie ad un filo d'ironia, trasmette conforto. Nicholas Hoult è Hutter. Il personaggio di Ellen è portato in scena da Lily-Rose Deep; giovane donna dall'aspetto malaticcio, malinconica, irrequieta, Ellen è destinata a non trovare pace. La "sensitività", nel mondo positivista nel quale cresce, è una maledizione. Esclusa ogni spiegazione sovrannaturale, i fenomeni onirici nella quale è coinvolta, sono interpretati da chi la circonda, e, a tratti, anche da ella stessa, quali segni di follìa. Ha la fortuna di trovare un giovane che la ama, ciò le offre un'effimera consolazione, poichè sembra sempre consapevole che il male peggiore debba ancora arrivare. E così è; Nosferatu (Bill Skarsgard) porta con sè odio, corruzione, disfacimento. Il regista è molto bravo nel rendere le corrispondenti atmosfere. Orientando la scelta cromatica sull'uso di colori spenti, anche nelle sequenze luminose, è in grado di legare la presenza del vampiro, i lineamenti del quale quasi mai si scorgono nitidamente, alla morbosità, intesa sia come malattia, sia come passione malsana; tale è il legame tra Ellen ed il mostro. Il ritmo del film è lento. La tensione è da subito molto alta; la sequenza iniziale induce ad immaginare una connessione tra la dolente Ellen e Nosferatu. Non mancano occasioni per balzare sulla sedia e, anche nei momenti di quiete, l'angoscia non molla la presa. Nella sceneggiatura ricorrono svariati tra i topoi del "immaginario vampiresco". Il mostro domina le forze della natura, animali feroci o sgradevoli, le menti delle persone; è purtrido, nel corpo e nell'animo; il suo respiro ansimante, vigoroso, trasmette tuttavia una vitalità non indifferente. Nella sua mente, tutto sembra chiaro; le vittime predestinate, invece, sono costrette a brancolare nel buio. Solo uno studioso "scomunicato" dalle istituzioni scientifiche dell'epoca ed un pugno di abitanti dei remoti Carpazi sono in grado di affrontare il nemico, poichè ne ammettono l'esistenza. Impossibile non leggere, in ciò, un rilievo negativo verso quel mondo borghese, animato da spirito materialista, che ha ispirato - e tuttora ispira - l'azione del moderno uomo occidentale. Un ottimo horror, d'atmosfera, d'avventura, di torbide passioni e di critica sociale.
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