Regia di Robert Eggers vedi scheda film
100 anni da Nosferatu il vampiro di Murnau, del 1922, Eggers crea la sua visione. In mezzo ci sta quella di Herzog, del 1979.
Tre incubi diversi per stile, narrazione, epoche di realizzazione. Il cuore, il morso, la morte, li unisce.
Chi mastica horror, cinema, chi ha tante primavere, chi ha gli occhi consumati da visioni non può provare, per ovvie ragioni, brividi.
Ma almeno l'onestà di ammettere che esistono remake, pochissimi, che non sono il calcolo finale di gente giacca e cravatta dentro un ufficio ma l'espressione di registi che hanno qualcosa da dire e si distinguono dalla massa, si, almeno questo, dai.
Eggers al suo quarto lungometraggio ci dona un classico che di questi tempi "vola, viaggia, morde e succhia" come i bei tempi andati, perché il tempo della morte non passa mai. E la donna richiama, da origine e dona la fine. Tutto è lei.
Ottimo il cast, la fotografia, l'ambientazione, e lui, Orlok, interpretato dall'attore Skarsgård, figura inquietantissima.
Non è The Witch, sia chiaro, Eggers non si è più ripetuto così in alto come l'esordio.
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