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Nosferatu

Regia di Robert Eggers vedi scheda film

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Ted_Bundy1979

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La recensione su Nosferatu

di Ted_Bundy1979
3 stelle

"Sai cosa stavo pensando? Io stavo pensando una cosa molto triste: cioè che io, anche in una società più decente di questa, mi troverò sempre con una minoranza di persone. Ma non nel senso di quei film dove c'è un uomo e una donna che si odiano, si sbranano su un'isola deserta perché il regista non crede nelle persone. Io credo nelle persone, però non credo nella maggioranza delle persone: mi sa che mi troverò sempre a mio agio e d'accordo con una minoranza."

Nanni Moretti all'automobilista, "Caro Diario"(1993)

 

Herzog- Eggers 4-0 e senza neppure il gol della bandiera, per usare una delle sempre perfette metafore calcistiche.

Mai come in casi come questo può essere così d'aiuto l'imperitura riflessione di Nanni, al punto tale che pare di trovarsi davvero in una società nella quale la maggioranza appunto, abbia subito il lavaggio del cervello da parte della pubblicità a un livello tale da farsi inculcare pure i "capolavori a priori" da parte dei "flame" internettiani, e poi quando vedi l'oggetto rimani stupefatto al contrario, da tanta stupefacente inconsistenza, che chiunque abbia buon gusto non può non incazzarsi a vedere un voto medio superiore a quello del capolavoro herzoghiano.

E si badi, trovandosi alle prese già con un rifacimento tale come quello del 1979, non si può fare il solito discorso scontato di queste occasioni tanto per farsi leggere ed essere graditi nelle redazioni, che non si deve pensare all'"originale" perché questa è una "rilettura stokeriana più" consona" ai tempi(ancora) e personale di un nuovo '"giovane'' regista che non infastidisce nessuno e dove lo metti sta bene come il cachemire, in sintonia con il femminismo più spiccato della protagonista Lucy", e le altre amene cazzate di chi non sa come riempire le canoniche 5000 battute, per la pagnotta munificamente ammannita dall'editore.

Niente c'è, di lontanamente paragonabile dal solo punto di vista che cinematograficamente alla fine conti, la bellezza delle immagini, della fotografia e delle scenografie, per non parlare della debole colonna sonora musicale di Robin Carolan alle scelte musicali del grande regista monacense, che dipartivano dal "Preludio all'Atto I" del "L'Oro del Reno" di Richard Wagner, alla "Messe Solennelle(Sanctus) di Charles Gounod, passando per la magnifica colonna sonora originale dei Popol Vuh di Florian Fricke.

Qui cosa rimane, un banalissimo film dell'orrore contemporaneo che se non fosse per la grancassa avrebbe potuto firmare pure un Len Wiseman, o Elias Merhige qualunque, al cui confronto persino il bolso e alimentare ma anche magniloquente e imperioso "Dracula" coppoliano, pare un vero capolavoro di cinematografia che questo in 133' non riesce mai lontanamente a evocare- e che solo in alcuni sprazzi - paradossalmente per un film di ombre e notte-, quelli in pieno giorno come le analoghe sequenze del 1979 sulla spiaggia nordica e brumosa, o nel finale al sorgere del sole, riescono a cogliere qualcosa della poesia e del romanticismo d'epoca della storia letteraria, e dei precedenti cinematografici. 

Che dire poi di lui, del protagonista Conte Orlok/Nosferatu/Bill Skarsgård, riaggiornato a mostro muscolare, "terribilista" e baffuto per metà creato al computer, dalla voce cavernosa in un film tutto strepiti e urla(penoso il confronto tra la urlante, "erinnica" Ellen Hutter di Lily-Rose Depp, con la mesmerica, ipnotizzante e rassegnatamente melancolica, meravigliosamente romantica Lucy Harker della Adjani), paragonato all'immensa impersonificazione triste, sottotraccia e disperata di Klaus Kinski nel rifacimento herzoghiano, oltretutto con poco trucco e qualche protesi, così e orme e ingombrante che risulta impossibile da eludere e togliersi dall'occhio a ogni fotogramma di questa anonima rivisitazione, di un regista a soli due o tre film ed enormemente sopravvalutato. 

Forse adatto ai nati dopo il 2000, e a chi non ha visto il film del 1979, o non aveva certo l'età per viverlo dal momento nella precisa epoca in cui venne distribuito la prima volta, e cosa portò all'animo dello spettatore disposto e sensibile con il suo portato di una atmosfera unica, e una rivisitazione dell'epoca e dell'originale di Murnau(e vai quindi di prevedibili, insipide dichiarazioni di fedeltà formale ed estetica massima con il film muto degli anni '20, quando Herzog riuscì nel superarlo facendone una cosa anche oltremodo diversa, ridicolo oltretutto dichiararlo vedendone chiaramente l'estetica nitidissima e modernissima, che ne fa inconfondibilmente un film del 2024)complementare e al contempo insuperabile, irripetibile e impareggiabile. 

Uno dei classici, ennesimi "rifacimenti'' Hollywoodiani che mai andrebbero fatti, perché appunto non si può che risultarne quasi inevitabilmente mediocri e futili, rispetto a simili precedenti. 

Che dire poi di Willem Dafoe attore feticcio di Eggers, nel Van Helsing della situazione, il Professor Albin Eberhart Von Franz, in un ruolo nel quale riesce a portare un concentrato di credibilità e convinzione, da poter degnamente rivaleggiare con certi assurdi ruoli fregoliani un tanto al chilo annuo, di Nicholas Cage.

E Nicholas Hoult/Thomas Hutter è un Signor Nessuno al cospetto di Bruno Ganz, che nel suo personaggio tutta azione e resistenza, perde la geniale intuizione di farne invece l'erede ed epigono finale del Conte e delle sue malefatte per l'Europa, in efficace metafora anche storica sulla parabola di certe "società del male" boeme, prussiane e germaniste, che la Storia ha conosciuto.

 

Ted_Bundy1979

 

 

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