Regia di Robert Eggers vedi scheda film
CINEMA OLTRECONFINE
La storia è nota grazie agli spesso illustri predecessori cineasti che hanno adattato, sin dagli albori dell'arte cinematografica, (Murnau lo fece forse meglio di chiunque altro già nel 1922), fino al Dracula di Coppola, e quello più risibile di Argento, passando per il Nosferatu di Herzog con un pertinente ed immacabile Klaus Kinski.
Oltre a tutti gli altri, compresi quelli della gloriosa Hammer dell'horror di serie B con il grande Christopher Lee.
Un conte affetto da vampirismo, conosciuto come Orlok, detto Nosferatu (inteso etimologicamente come "non spirato), o Dracula a seconda delle versioni, sdoppiatesi per mere questioni di diritti di autore ma estrapolati entrambi dall'opera narrativa di Bram Stoker), comunica ed ossessiona telepaticamente una giovan bellissima e donna di nome Ellen, andata in sposa ad un giovane impiegato di nome Thomas Hutter presso un ufficio notarile della immaginaria città tedesca di Wisburg, procurandole incubi e delirio soprattutto negli anni della pubertà.
Quando il notaio incarica l'aitante ragazzo di recarsi un una remota regione montuosa per concludere un atto di vendita di un castello diroccato nei pressi di Wisburg, il ragazzo a malincuore lascia la giovane moglie, rimessasi dopo il matrimonio dai suoi incubi e deliri, e tenta di raggiungere l'acquirente. In realtà il piano è una trappola irdita da quell'essere demoniaco al fine di avere possesso del corpo della bellissima donna, seppur non più vergine.
Intrappolato tra le tetre boscaglie boeme, il ragazzo cercherà di fare ritorno a casa ma il vascello che contiene il sarcofago del vampiro lo precede e, schiantatosi tra le rive della città della giovane con tutto l'equipaggio morto in modo violento o per pestilenza, inizia ad infettare il villaggio e a cercare di congiungersi con la sua amata vittima, che sceglierà il sacrificio pur di fermare quell'individuo diabolico.
Scenograficamente e visivamente eccezionale, gotico quanto basta per avvincere, diretto con la consueta maestria da un Robert Eggers che trasforma una sofferente e complice Lily Rose Deep nella grande interprete di cui non ci si era, fino ad ora, accorti, il nuovo adattamento di Nosferatu è un gran bel film, suggestivo e tetro come è lecito aspettarsi dal talento di un regista che ormai è quasi sempre una garanzia di qualità e, in questo caso, di sano intrattenimento.
L'epopea di un mostro succhiasangue che sa apparire orrendo ma anche sexy e attraente sessualmente (non per nulla lo interpreta un seppur difficilmente riconoscibile Bill Skarsgård), si nutre e vampirizzat le proprie vittime succhiando stavolta il sangue direttamente dal cuore e non dal collo come classicamente rappresentato fino ad oggi.
Protagonista maschile azzeccato, Nicholas Hoult è, come sempre, una garanzia di pertinenza e di coerenza con il ruolo assegnato.
Lo affiancano un valido Aaron Taylor-Johnson nei panni del solidale amico di Hutter Friedrich Harding, mentre Willem Dafoe presta i suoi tratti spigolosi pertinenti per rendere a dovere il folle ma non spropositato professori Albin Eberhart Von Franz.
Boschi cupi e minacciosi, il vampiro che appare tra le tende e rimane invisibile all'occhio nel meraviglioso incipit in bianco e nero che cita Murnau e l'espressionismo di inizi '900, fanno da contorno ad un gran film che torna a celebrare le festa dell'essere demoniaco e dei degli umani che cercano di opporsi alla sorte che li destina a mere vittime sacrificali.
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