Regia di David Leitch vedi scheda film
Un simpatico ma non troppo entusiasmante filmetto che mescola azione, thriller e commedia con l'intento di valorizzare una professione cinematografica tanto invisibile quanto fondamentale.
"Sai, a Hollywood chiunque sia così stupido da gettarsi giù da una rampa di scale, trova di sicuro qualcuno disposto a pagarlo per farlo". Erano queste le parole pronunciate da Stuntman Mike McKay nel piccolo cult Grindhouse - A prova di morte di Quentin Tarantino. Ebbene, lo slasher girato dal regista di Knoxville, seppur a modo suo, compiva nel 2007 la stessa operazione che The Fall Guy ripropone nel 2024: rendere omaggio alla figura dello stuntman, ovvero a colui che, fingendosi un altro ben più famoso, mette a rischio la propria vita per la riuscita delle scene più spettacolari nei film. E vale per molte cose, incidenti d'auto, cadute mortali, combattimenti corpo a corpo, ecc. Anche per questo ci si chiede, specie in America, se non sia il caso di introdurre un'apposita categoria agli Oscar per queste persone (spoiler: è decisamente il caso). A volte, poi, capita che alcuni di loro si diano alla regia. Ed ecco che ci ritroviamo con David Leitch, che negli ultimi anni ha firmato pellicole quali "Atomica bionda", "Deadpool 2", "Fast & Furious - Hobbs & Shaw" e "Bullet Train", oltre a figurare nel primo capitolo di John Wick come regista non accreditato.
Deciso a ricordare al mondo l'importanza dei suoi colleghi, Leitch racconta con The Fall Guy la storia di Colt Seavers (Ryan Gosling), stuntman professionista e controfigura del divo Tom Ryder (Aaron Taylor-Johnson) che, dopo un momentaneo abbandono, viene richiamato sul set dalla produttrice Gail Meyer (Hannah Waddingham) per mettersi alle dipendenze della regista, nonché sua ex fiamma, Jody Moreno (Emily Blunt). Mentre cerca di riallacciare i rapporti con Jody, Tom Ryder scompare nel nulla e si sospetta la mano della criminalità organizzata. Per una volta in vita sua, Colt potrà vestire i panni dell'eroe, mettendosi sulle tracce dell'attore per salvare il film della donna che ama ancora. The Fall Guy, basandosi peraltro sulla serie televisiva degli anni Ottanta Professione pericolo di cui è un adattamento, mescola insieme comicità, azione e una componente investigativa tipica di un thriller americano, con gente scomparsa, assassinata o coinvolta in complotti di qualche tipo. Il mix che la sceneggiatura di Drew Pearce cerca di tenere in piedi si rivela però non ottimale bensì malfunzionante in più di un’occasione. Purtroppo, il film non fa molto ridere, magari sorridere, ma non diverte mai fino in fondo. Le battute (fiacche) e le gag comiche non aiutano una trama che dovrebbe regalare momenti di tensione, se non addirittura dramma, vuoi perché la soluzione del mistero è abbastanza intuibile vuoi perché non oltrepassa mai il confine che separa il banale dall'interessante. Non va molto meglio se si analizzano i personaggi. Tolti quelli secondari, che si dimenticano pochi minuti dopo la fine della proiezione, i due protagonisti non sono poi così formidabili. Ryan Gosling recita stancamente e non si può certo dire che questo sia stato il suo ruolo migliore. Inoltre, il suo Colt Seavers risulta sì simpatico ma mai carismatico. Carismatico è un aggettivo che manca anche alla sua lei. Emily Blunt è monoespressiva e non convince, esattamente come il personaggio che interpreta. La loro relazione, poi, è un tira e molla che alla lunga stanca e non emoziona, nemmeno nei momenti clou.
In cosa, allora, riesce bene The Fall Guy? Beh, sicuramente nell'azione. Leitch rende visivamente intriganti gli scontri, gli inseguimenti e e le esplosioni, padroneggia la telecamera con professionalità e intrattiene in tutte le scene in cui c'è da menare le mani. Si può dire che qui gli stuntmen (quelli veri) abbiano fatto un ottimo lavoro e con loro tutto il reparto tecnico, che è degno di merito. Inoltre, The Fall Guy si rivela una pellicola dal sapore squisitamente metacinematografico e non solo per via di tutte le citazioni di cui è infarcito. Si passa, infatti, da Fast & Furious a John Wick e da Mezzogiorno di fuoco a Dune in un secondo, con rimandi molto piacevoli. Ma il film stesso sembra consapevole di sé. Si prende gioco dei personaggi e degli attori, ribalta i ruoli tradizionali, trasforma fake trailer in parti del girato e altro. Le scelte di regia, in tal senso, sono molto fantasiose e ben realizzate.
Chi decide di recarsi al cinema per godere della spettacolarità che i professionisti del settore ci hanno sempre regalato può farlo in tutta serenità, perché il film non delude da quel punto di vista. Ma chi si aspetta una storia forte, appassionante e che perduri nella memoria dovrebbe abbassare di un poco le speranze, ma senza esagerare, perché il risultato complessivo di The Fall Guy è buono e non fa pentire del tempo speso, non al cento per cento almeno.
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