Regia di Brady Corbet vedi scheda film
L'architettura è la vita nella sua costruzione. Finalmente qualcuno che capisce che la settima arte si chiama così perché include anche gli occhi!!!
Il geniale e carismatico trasversale Brady Corbet è il regista del film The Brutalist.
Presentato in Concorso Internazionale alla 81° Mostra del Cinema di Venezia, il film è scritto da Corbet e da Mona Fastvold, sua partner di vita.
L'architettura è la vita nella sua costruzione.
Finalmente qualcuno che capisce che la settima arte si chiama cosi perché include anche gli occhi!!!
Un film sublime poetico, lattiginoso, con una fotografia decentrata, opaca come nei quadri di Edward Hopper . E' tipicamente anni 30.
Tipicamente 'Nighthawk'.
Tipicamente da bar, con uomini con la cravatta slacciata, su camicie gialle e completi verdi. Grandissimo lavoro elegante e concreto della Mise-en-scène.
Solo che qui di tipico non c'è assolutamente nulla! Questa vita è come uno sbando in un tornante. Gli pneumatici non rientrano mai volentieri nel loro asse.
Cosi Brody spaventa da quanto è magro, bravo e a suo agio con l'accento di un ungherese ebreo, scappato negli Usa per ritrovare quella fortuna che aveva perso come architetto Brutalista, appunto a causa dei Nazi.
Rozzo, non finito in opposizione al razionalismo, il brutalismo è il nuovo tipo di architettura concepita negli anni 40, 50.
Ma brutalista e delabrè lo è anche il protagonista Lazlo, (ispirato nel nome dall'artista e architetto László Moholy-Nagy). ( Eccelso anche per l'accento perfetto Brody)
Scollacciato e sfinito dalla vita e dalla sua dose di eroina che gli toglie settimanalmente il dolore al naso rotto da dei pugni che la vita e le sue scombinate combinazioni gli hanno dato.
Gli Usa rappresentano la speranza, il rinnovo, l'eticità della cultura, la possibilità di un nuovo inizio, si come migrante, ma anche come creatore, esperto di architettura e bellezza.
Ma anche il famoso sogno americano che tutti ricercano ma che spesso viene infranto dalla più bieca realtà.
Lazlo si scontra infatti con l'arroganza del denaro, del mecenatismo e con l'ignoranza di chi ha il potere, sia per costruire ambienti, ma spesso anche per costruire film.
Ora come allora, sempre di idee si tratta. Spesso bloccate, alterate, riviste da chi ha il potere di pagarle, ma l'ignoranza di non capirle.
In realtà qui Corbet mi racconta che per il film è stato supportato da produzioni eccelse che lo hanno lasciato totalmente libero di creare un capolavoro di 3ore e mezzo che, in realtà, volano in un secondo.
Quello dello scorrere complicato della vita di un migrante, artista, ungherese, ebreo, geniale.
Film imperdibile !!!
La storia del film e i blocchi covid
Nonostante un grave ritardo dovuto al Covid19 e un totale riassetto del cast, il film è uscito indenne e più forte che mai.
Peccato per Joel Edgerton, Marion Cotillard, Mark Rylance che sono stati brillantemente sostituiti da un Adrien Brody, perfetto dimesso, spettinato, dimagrito reale e drogato.
Ammansito e castrato da Guy Pierce. Amato da Felicity Jones, ora nuovi e potenti protagonisti di questa pellicola girata vecchio stile.
La trama
La storia è imperniata sui 30 anni di vita alla ricerca del successo di László Toth. Architetto brutalità ebreo ungherese che si trasferisce negli Stati Uniti nell’immediato dopoguerra insieme alla moglie Erzsébet. László inizialmente sopporta povertà soprusi e come rassegnato al dolore. Il suo genio sembra però essere riconosciuto dall’industriale Harrison Lee Van Buren. Egli offre un sogno americano e lo incarica di progettare un monumento modernista plasmando il paesaggio del paese. Progetto ambizioso produrrà esaltanti risultati e momenti di luride bassezze.
The Brutalist esalta una vita d'artista senza mezze misure né compromessi. Aiuta la costruzione di una nazione da parte di una generazione di immigrati. E inoltre fa vivere l'unione e la potente storia d’amore di una coppia che deve lottare per proteggere amore e tutto ciò che ha costruito dalle oscure minacce di un mecenate basico.
Corbet è stato fin da giovane anche attore di successo lavorando con Michael Haneke. Ha supportato la madre rimasta senza soldi e lavoro a causa dei mutui subprime. Come ogni artista che si rispetti ha ben chiaro il rapporto con il denaro, la sofferenza economica. Anzi forse è proprio questa, vissuta in prima persona, ad alimentare la figura di un artista come László Toth che, di sicuro, diventerà indimenticabile nella storia del cinema. E nei nostri cuori!
Il cast
Adrien Brody: László Tóth
Felicity Jones: Erzsébet Tóth
Guy Pearce: Harrison Lee Van Buren
Joe Alwyn: Harry Lee Van Buren
Raffey Cassidy: Zsófia
Alessandro Nivola: Attila
Stacey Martin: Maggie Van Buren
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