Regia di Cristina Comencini vedi scheda film
Una famiglia. La nonna vive sola in un villone, i figli si sono ormai dispersi in solitudine o in altre famiglie, i nipoti stanno crescendo. Una figlia è vedova, svaporata, un po' nevrotica e non si è mai fidata abbastanza della vita da accettare un nuovo amore (Margherita Buy, che ha il personaggio più bello del film); l'altra (Sandra Ceccarelli) si è innamorata di un veterinario e si rifiuta al marito; il figlio (Luigi Lo Cascio) è gay ma non l'ha mai raccontato alla mamma. Pranzi domenicali a casa di Virna Lisi, che piano piano prende atto di vite non “sotto vuoto” e fa i conti, un po' sconsolati, con gli inganni del suo matrimonio. “Il più bel giorno della mia vita” di Cristina Comencini intreccia nell'arco di due mesi (il tempo della gravidanza di una bella husky, messa incinta accidentalmente da un bastardo festoso) il maturare delle diverse storie e della reciproca comprensione. La sceneggiatura è accurata, anche se talvolta un po' meccanica; gli interpreti funzionano, ma il tutto è cucinato con una dovizia di informazioni, chiarimenti, spiegazioni di marcato stampo televisivo. E Roma è un po' troppo turistica. E la soap incombe. A mezza strada tra “Va' dove ti porta il cuore” e “Liberate i pesci”, purtroppo si respira soprattutto l'atmosfera del primo.
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