Espandi menu
cerca
Un colpo di fortuna

Regia di Woody Allen vedi scheda film

Recensioni

L'autore

obyone

obyone

Iscritto dal 15 dicembre 2003 Vai al suo profilo
  • Seguaci 94
  • Post 6
  • Recensioni 532
  • Playlist 18
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Un colpo di fortuna

di obyone
8 stelle

 

Lou de Laâge, Niels Schneider

Un colpo di fortuna (2023): Lou de Laâge, Niels Schneider

 

Venezia 80. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica. 

Lo scorso settembre vidi Woody Allen durante il Red Carpet che precedeva la proiezione ufficiale del suo cinquantesimo film. Un vero e proprio "colpo di fortuna" poiché non è mia abitudine seguire le sfilate nei giorni della Mostra preferendo dare spazio alle proiezioni. Quella sera però non avevo film prenotati così feci in modo di trovarmi nei paraggi del Palazzo del Cinema al momento dell'arrivo del maestro newyorkese. Complice un'edizione penalizzata dagli scioperi SAG-AFTRA, e complice la conseguente "scarsità" di curiosi affollati lungo il muretto, riuscii a farmi spazio fino a poterlo seguire da una distanza accettabile. Sorretto dalla moglie Soon-yi, che lo teneva a braccetto, Allen camminava lentamente strascicando i piedi verso coloro che gli tiravano la veste affinché concedesse il miracolo di un'intervista, di una stretta di mano o di un autografo. E mentre dietro di me un nugolo di pazze scatenate mostrava le tette in segno di protesta, di fatto ottenendo l'effetto opposto a quello cercato, Allen usciva dalla Lexus nera, probabilmente ignaro di quello sventolio di seni che avrebbe voluto sensibilizzare le coscienze di fronte al problema delle molestie sessuali. Così, con un figlio annoiato di oltre trenta chili sulle spalle, curioso di vedere chi fosse l'idolo del suo papà, un vecchietto insignificante che non aveva girato film di animazione né film su videogiochi o dinosauri, percepii tutta la fragilità degli esseri umani, quelli pronti a scagliare la prima pietra e quello che, dall'altra parte della balaustra, palesava tutta la sua incertezza senile nonostante la consueta disinvoltura mostrata ai microfoni di chi lo interrogava sul suo "Coup de chance". Da una parte, dunque, i farisei con il sasso in mano, dall'altra un piccolo messia yiddish soverchiato dal peso della propria croce e dalla corona spinosa della notorietà, pronto a cadere al primo inciampo. Non potei fare a meno di provare mestizia di fronte al cagionevole aspetto del vecchio comico di cui avevo un irriverente poster attaccato sul muro di casa, durante gli anni dell'adolescenza, una locandina che lo ritraeva tra le più feroci ed argute battute del suo repertorio che, probabilmente, costringevano mia madre a qualche orazione riparatrice mentre spolverava.

Quanto provai allora, così come la commovente fralezza del passo e la lentezza dei movimenti, svanivano, invece, al cospetto dell'energica vitalità emanata dal film, già visto al mattino nelle proiezioni per la stampa. Se gli 87 anni compiuti pesavano come un macigno sul corpo minuto di Allen l'effervescente intelletto e l'ironia, che da sempre lo avevano contraddistinto, erano più vigorosi che mai.

 

Melvil Poupaud, Lou de Laâge

Un colpo di fortuna (2023): Melvil Poupaud, Lou de Laâge

Niels Schneider, Lou de Laâge

Un colpo di fortuna (2023): Niels Schneider, Lou de Laâge

 

"Coup de Chance", primo film girato in francese dal genio della comicità ebraico-borghese, è ambientato a Parigi ma non rinuncia ad omaggiare New York che viene spesso citata da Fanny e Alain, i due giovani che il destino capriccioso decide di far incontrare per le vie della capitale. Ex studenti dello stesso liceo nella Grande Mela i due si lasciano trasportare da un sentimento pericoloso che li unisce, felicemente, tra i viali caldamente fotografati da Vittorio Storaro. Tuttavia il marito di Fanny, Jean, intuisce qualcosa nel momento in cui sente di aver perso il controllo sulla vita della bellissima "moglie trofeo".

È quanto meno ironico che Woody Allen, regista alla gogna mediatica per le accuse di presunta violenza mosse dalla ex compagna trent'anni fa, analizzi sapientemente un rapporto d'amore, quanto mai tossico, in cui il maschio, attraente, ricco e realizzato confonde il significato delle parole "amore" e possesso". Benché non ci siano violenze fisiche evidenti a regolare i rapporti tra i coniugi è palese la disparità tra Jean e Fanny con il primo che tende a dominare sulla seconda imponendole amicizie e stile di vita, coprendola di gioielli e bei vestiti come fosse un manichino da esporre in vetrina. C'è dunque una violenza più fine e beffarda di cui nemmeno la vittima si rende conto fintantoché la madre ficcanaso inizia ad avanzare ipotesi su alcune "fortuite" sparizioni.

Quando Camille, madre di Fanny, entra in gioco il film di Woody Allen cambia completamente. Prima incentrato sulla liaison amorosa tra i due amanti, nell'ennesima rivisitazione borghese dell'inestricabile complesso del disturbo d'amore, "Coup de Chance" cambia registro e cambia protagonisti in un batter di ciglia. Da dramma romantico a irriverente poliziesco, stile "Misterioso omicidio a Manhattan", nel quale la curiosa Camille investiga su passato e presente dell'amato genero. Fanny/Alain cedono il posto a Camille/Jean lasciando che il film metta in luce un umorismo scoppiettante che tramuta la Parigi borghese in un salotto di assassini, ladri e meschina complicità.

L'assunto amoroso "basta che funzioni" governa e scandisce, come un mantra ripetitivo, la prima parte del film in cui il triangolo amoroso crea instabilità e turbamento nell'inquieta abitudinarietà dei protagonisti. È la nuova coppia Camille/Jean, a cui spetta il ruolo rivelatore dell'assunto successivo, a rimettere in equilibrio i piatti della bilancia. Ben presto le frecce di Cupido, tramutate in canne di fucile, abbandonano la scena lasciando lo spazio necessario alla ruota della Fortuna che, manovrando il destino, rovina lo scontato finale e propone il proprio irriverente e "scoppiettante" epilogo. Nella seconda parte, dunque, ritmata dalla ferrea volontà investigativa di Camille, Woody Allen racconta la "folle imprevedibilità del fato" che fa funzionare o meno il precetto d'amore su cui si adagia la love story narrata nella prima parte.

 

Lou de Laâge, Melvil Poupaud, Valérie Lemercier

Un colpo di fortuna (2023): Lou de Laâge, Melvil Poupaud, Valérie Lemercier

 

I bisticci tra Cupido e Fortuna producono un finale terribilmente amaro, lucido e caustico in cui emerge una lettura privata delle vicende umane del regista. L'interpretazione, alquanto personale, per la verità, consentirebbe, infatti, di svelare, sotto le mentite spoglie del perfido e manipolatore Jean, l'ex Mia Farrow; nei panni del maldestro sicario armato di fucile, la figura del giornalista Ronan Farrow, le cui "parole scritte" sono l'arma con cui la madre Mia distorcerebbe i fatti per assecondare i propri fini; nella giovane Fanny la vittima delle macchinazioni del marito al pari della figlia Dylan, sacrificata sull'altare delle colpe dei propri genitori (Mia/Woody). Camille, infine, rappresenterebbe la dea Veritas, che spoglia di qualunque preconcetto e pregiudizio uscirebbe dal pozzo rivelando il colpevole ed i reati ad esso imputati. È probabile che Allen, in cuor suo, speri ancora in una riabilitazione della propria persona, ed il cinema fungerebbe in tal senso in fine strumento di sensibilizzazione/propaganda, ma è anche vero che se tale obiettivo si realizzerà sarà frutto dei capricci del caso, del destino, del fato. Sarà un fucile uscito dal nulla a fare giustizia quando tutte le speranze sembreranno sopite e il finale già scritto. Se Allen non fosse ateo direi che "Coup de chance" è l'allegorica rappresentazione di una giustizia divina che in barba ai tempi degli uomini è restia a tramutarsi in giustizia terrena.

Tornando al film e alla storia mi resta da dire che Lou de Laâge è bella quanto i morbidi viali ricoperti di foglie marroni; Melvil Poupaud, la cui presenza accanto alla moglie è spesso accompagnata dalle luci fredde del maestro della fotografia italiano, è straordinariamente detestabile. La regina è però Valérie Lemercier, ingenua e sospettosa dea della verità e detective per caso che scopre lo sporco sotto il tappeto.

 

Valérie Lemercier, Melvil Poupaud

Un colpo di fortuna (2023): Valérie Lemercier, Melvil Poupaud

Melvil Poupaud

Un colpo di fortuna (2023): Melvil Poupaud

 

Ah, quasi dimenticavo. Quando finì la sfilata e, finalmente, tornai a casa col mio bambino stanchissimo, pensai che non avrei avuto altre occasioni di rivedere quel vecchio uomo in smoking e occhialini. Lo avrei lasciato proprio nell'atto di calcare quel tappeto (rosso) sotto il quale si nasconde sovente la sporcizia. Fu in quel momento che mi tornò il sorriso e pensai a quei cinquant'anni di carriera e agli altrettanti strumenti ereditati per riflettere sulle ipocrisie dell'umanità. Cinquant'anni e cinquanta film utili a me e a quel mio fanciullo così meravigliosamente ingenuo alla vita che mi portavo a casa sulle spalle mentre mi chiedeva "un giorno mi farai vedere un film di quel signore?"

 

Melvil Poupaud, Lou de Laâge, Valérie Lemercier

Un colpo di fortuna (2023): Melvil Poupaud, Lou de Laâge, Valérie Lemercier

 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati