Regia di Woody Allen vedi scheda film
80° MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA – FUORI CONCORSO
Giunto a ottantotto anni e al cinquantesimo film, Woody Allen per la prima volta gira una pellicola in lingua straniera, non ambientando semplicemente a Parigi come ha già fatto più di una volta in carriera, ma girando in francese con attori francesi una sceneggiatura che era stata originariamente scritta per attori e ambienti americani, costretto “all’esilio” dall’ostracismo che subisce in patria per accuse di molestie da cui è già stato scagionato dalla giustizia.
Allen in conferenza stampa dichiara di non parlare francese, ma che girare interamente in questa lingua non sia stato per nulla difficile, sentendosi sul set un vero regista europeo come quelli che ha sempre ammirato, per cui si mantiene aperto all’opzione di girare anche in altri Paesi del Vecchio Continente, seppur dica di avere “una bellissima idea per New York “ nel caso qualche produttore si offrisse di finanziargliela.
Fanny (Lou de Laâge) è la consorte del ricco e borioso uomo d’affari Jean (Melvil Poupaud) e si sente un po’ stretta nel suo ruolo negato a parole ma effettivo in realtà di “moglie trofeo”. Non si aspetta di incontrare casualmente un ex compagno di scuola, lo scrittore Alain (Niels Schneider), che le confessa di essere da sempre innamorato di lei. I due iniziano a frequentarsi e la donna intraprende con qualche senso di colpa la sua prima relazione extraconiugale, che cerca di nascondere in maniera maldestra ad un marito che ci mette poco a mangiare la foglia.
Quella che nella prima parte sembra una classica commedia romantica/brillante su questioni di corna ha una svolta improvvisa quando Jean, la cui non chiarita professione finanziaria rivela celare angoli molto più oscuri di quanto sembrasse di primo acchito, si rivolge a dei killer di fiducia per far eliminare il rivale simulando un allontanamento volontario. Da questo punto la trama prende la direzione del giallo, con un’indagine condotta dalla sospettosa madre di Fanny (Valérie Lemercier), e la commedia assume i toni dell’umorismo nero, che raggiunge il suo apice nel conclusivo “colpo di fortuna” del titolo, ciò che può accadere con l’infinitesimale probabilità di una vittoria alla lotteria e beffardamente manda all’aria i piani prestabiliti, un contrappasso con cui la sorte impartisce una lezione che il regista stesso in conferenza stampa accosta a Match Point per il tema comune dei capricci della fortuna.
Coup de Chance, applauditissimo alla proiezione stampa alla Mostra, ricorda a tutti come Allen sia ancora in ottima forma , riuscendo a dare al suo pubblico quello che si aspetta (umorismo sofisticato, personaggi intellettuali, battute brillanti, ambientazione altoborghesi) ma anche a spiazzarlo con un riuscito cambio di registro e a deliziarlo con un finale sferzante. Aggiungiamo una bella colonna sonora jazz e le luci dai toni caldi e luminosi dell'autore della fotografia cinematografica (guai a chiamarlo direttore della fotografia!) Vittorio Storaro, che bagnano i personaggi e le location in atmosfere tanto splendide quanto irreali. Nel bel cast francofono spicca per bravura Melvil Poupaud nel cesellare un personaggio dapprima solo irritante nella sua arroganza e poi sempre più odioso man mano che rivela la sua feroce immoralità.
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