Regia di Greg Berlanti vedi scheda film
Ma che cos’è Fly me to the Moon?
Una storia d’amore? O forse il racconto dell’allunaggio?
Qualunque cosa sia non è riuscito completamente.
Abbiamo Scarlett Johansson che fa tutto: la sua verve comica e la sua bellezza anche in un outfit fine anni Sessanta da nuova linfa ad un film che arranca non poco
Channing Tatum, dimostra ancora una volta di essere un attore sottovalutato interpretando un personaggio, forse non nelle sue corde, in maniera encomiabile.
Il problema del film sta soprattutto nel montaggio e nella struttura registica troppo incerta, probabilmente proprio per questo motivo in certi punti risulta troppo lungo e lento.
Da sottolineare comunque la bella fotografia e parte della sceneggiatura.
Il film in sé racconta la leggenda della creazione di un film sull’allunaggio e la stessa Scarlett Johansson in un certo punto nomina Kubrick parte integrante di questa leggenda.
Il film vuole mettere molti argomenti e temi sul calderone, ma nessuno di questi è ben sviluppato e vengono lasciati tutti in sospeso.
Il regista, grazie alla fotografia e all’espressività degli attori, vorrebbe creare un velo di romanticismo che, oltre a coprire Johansson Tatum dovrebbe valorizzare anche l’evento del film.
Purtroppo, questo non riesce e il film si spegne piano piano e con troppa lentezza.
Alla conclusione della pellicola non si ha la certezza se l’allunaggio sia effettivamente avvenuto o se piuttosto ciò che vediamo è solo la trasmissione del finto film resta solo la certezza di una certa confusione.
In Conclusione, esce un film che convince a metà: uno di quei film che probabilmente si perderà nel corso del tempo.
Resto convinto che, Fly me to the moon con un taglio di 10-15 minuti, il film sarebbe migliorato non poco. È effettivamente troppo lungo
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