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Fly Me to the Moon - Le due facce della Luna

Regia di Greg Berlanti vedi scheda film

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La recensione su Fly Me to the Moon - Le due facce della Luna

di YellowBastard
6 stelle

La scommessa, intrigante ma (molto) rischiosa, è stata quella di unire la missione dell’allunaggio dell’Apollo 11 del’69 a una sofisticata screwball comedy alla George Cukor, senza poi farsi mancare anche un bel po' di sano cospirazionismo alla Ken Follet.

Missione, complicatissima, che ha trovato la convinta adesione di Scarlett Johansson, qui nella doppia veste sia di interprete che di produttrice, e la necessaria copertura finanziaria di un gigante dell’intrattenimento come Apple, che ha partecipato investendo cento milioni di dollari. 

Onore al coraggio di trattare la vicenda dello sbarco sulla luna, gloria nazionale americana, in maniera così frivola e faceta (la vicenda comunque è completamente inventata, così come sono inventati anche i vari personaggi) o piuttosto alla loro stupida impudenza che, dati alla mano, non ha certamente portato molta fortuna?

Quel che è certo e che l’operazione riesce soltanto in parte, e buona parte della (colpa?) responsabilità è anche (o soprattutto?) della scarsa “chimica” tra le due stelle protagoniste: Scarlett Johansson e Channing Tatum.

 

film: Fly Me To The Moon (2024) - 20240718 - movies.ch - cinema, film & dvd  in Svizzera

 

Qualche anno fa ne Il diritto di contare la storia della conquista della Luna è stata sfruttata per raccontare la storia vera (per quanto molto romanzata) di come un momento cruciale della storia americana sia stata supportata da un gruppo di donne afroamericane, eccezionali nei calcoli matematici quanto ancora discriminate nella società, fondamentali nel rendere possibile l’impresa.

A differenza di quel film, Fly me To the Moon (il titolo riprende il brano portato al successo da Frank Sinatra e scritto da Bart Howard, e qui reinterpretato, malamente, da Rave) non ha alcuna pretesa di realismo, tutt’altro, divertendosi invece moltissimo della sua stessa implausibilità e nel realizzare una commedia rosa volutamente d’altri tempi, e nel quale rispetto all’intreccio narrativo è fondamentale invece la spregiudicatezza e l’effervescenza dei dialoghi e dei personaggi.

 

I contrasti ideologici e attitudinali, le scaramucce verbali o la (divertita) guerra tra sessi opposti sono parte integrante dei rituali di corteggiamento della rom com classica americana, vedi Il diavolo è femmina (1935, George Cukor), ma se Scarlett Johansson, novella Katharine Hepburn, si presta benissimo a uno scenario del genere il suo partener Channing Tatum non è, senza offesa, Cary Grant, troppo fisicato e ancora troppo poco carismatico per passare impunemente dalla commedia action (per cui, in realtà, a parer mio nemmeno eccelle granché) alla screwball comedy, che è tutto un altro paio di maniche.

Alla fine è sempre lei il personaggio più interessante in scena, quella da cui ti aspetti la risoluzione del problema e calamita l’attenzione del pubblico, che è poi la differenza tra l'essere un attore ed esere una star del cinema.

 

Fly Me to the Moon: Le due facce della Luna - Film (2024)

 

Inoltre, al contrario di quanto ho avuti modo di leggere in altri lidi, Fly me To the Moon non è affatto una critica al capitalismo americano ma, al contrario, ne è la sua assoluta celebrazione.

Infatti, non soltanto gli americani sono arrivati per primi sulla luna ma secondo il film ci sono arrivati proprio in quanto paese capitalista, che gli ha permesso in pochi anni di sopperire allo svantaggio, tecnologico e logistico, con l’Unione Sovietica, partito nettamente in vantaggio.

La stessa protagonista è l’incarnazione del capitalismo. È bella, sensuale e desiderabile, e capace di vendere ogni genere di sogni, prontissima a mentire per interesse e, se pagata, disposta a fare qualsiasi cosa. E sempre con un sorriso sornione sulle labbra.

E la sua “campagna” di vendere agli americani il sogno della luna fornisce meglio di molti manuali di propaganda il funzionamento e il potere di persuasione del modello americano.

 

Ma la pellicola è anche il “matrimonio” tra la vecchia America, quella tradizionale e/o rurale del soldato/lavoratore americano infaticabile, integerrimo, anche scorbutico, a volte, ma dal cuore onesto, sincero, pettorali in bella vista e fanatica devozione alla causa (Tatum) e quella nuova, di un marketing finanziario e istituzionale (governativo?) capace di vendere tutto a tutti ma al contempo personificazione anche dell’emancipazione femminile e del working girl, capace di intimidire ma anche di sedurre il maschio americano, offrendogli (sesso) innovazioni e nuove soluzioni (Johansson).

La bravura della Johansson è di dare a questo personaggio la sua giusta dimensione. È pronta a tutto pur di far soldi, senza veri ideali che non siano la semplice sopravvivenza, senza vera etica o morale (o almeno così sembrerebbe) ma è efficace e raggiunge sempre i suoi obiettivi (dopotutto incarna il capitalismo americano).

Trattandosi di una commedia romantica ci vorrà ovviamente l’amore, nel caso del classico ragazzone americano, ex militare ed ex astronauta, un po' (tonto?) ingenuo ma con un sogno e che crede fortemente negli ideali del suo paese, per temperarla e trovare una via di mezzo tra successo ed etica.

 

Fly Me to the Moon' director on faking the real and fake moon landing  (interview) | collectSPACE

 

A tal fine, gli sceneggiatori Keenan Flynn, Rose Gilroy e Bill Kirstein vi costruiscono attorno una farsa cospirativa che però, nel mondo odierno delle fake news e delle manipolazioni, risulta alquanto fastidiosa, lasciando anche l’amaro in bocca.

Infatti, dal lato degli sguardi allusivi e delle schermaglie romantiche il film funziona anche piuttosto bene, il problema nasce invece proprio dalle difficoltà di integrarle in una celebrazione del capitalismo che in realtà è anche un’apologia della menzogna e delle fake news, seppur sfruttate per un bene (!?) superiore,

 

Il regista Greg Berlanti riesce a replicare, anche con una certa disinvoltura, il tono e l’atmosfera di una commedia anni ’60 ma lo fa anche a volte in modo scolastico, ma soprattutto non riesce a collegare tra loro un ritratto sia cinico che sentimentale e nostalgico di un momento cruciale della storia americana.

 

Fly Me to the Moon Movie Still - #780393

"Salutate, mi raccomando" "Ma tanto mica ci andiamo davvero sulla luna!" "Tu saluta e basta, ok?"

 

VOTO: 6

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