Regia di Doug Liman vedi scheda film
Jake Gyllenhaal (reclutato per fare il buttafuori nel Road House del titolo) mostra i muscoli scolpiti ottenuti grazie a ore di duro allenamento in palestra nel ruolo dell'ex combattente UFC Elwood Dalton. Oltre ai muscoli Gyllenhaal offre il suo lato vulnerabile mentre affronta i fantasmi del suo passato e cerca di trovare redenzione attraverso la sua nuova vita come protettore dei più deboli. Liman tenta di intrecciare momenti di dramma umano con sequenze d'azione adrenaliniche e CGI non proprio esente da imperfezioni. Pur essendo un film dal valore artistico discutibile, l'originale "Road House" (titolo italiano Il duro del Road House) ha il merito di offrire sequenze di combattimento coreografate più autentiche e tangibili di questo remake in computer grafica. Gyllenhaal cerca di controllare la sua rabbia e i suoi impulsi violenti e passa gran parte del tempo cercando di evitare scontri o situazioni che potrebbero scatenare la sua ira. Purtroppo per loro gli sconsiderati teppisti e ubriaconi lo faranno arrabbiare e l'arrivo del grottesco personaggio interpretato da Conor McGregor scatenerà gli istinti repressi di Elwood. Il film è disordinato, manca di coesione e di coinvolgimento, i momenti umoristici sono brevi e dimenticabili. In definitiva, "Road House" è così sbagliato da risultare irresistibilmente simpatico.
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