Regia di Renato Castellani vedi scheda film
La fidanzata di un ingegnere perde la vita durante un’escursione alpina: dapprima lui si chiude nel proprio dolore, poi accetta di sposare una ricca ragazza romana (che lo ama al punto da non rivelargli che la fidanzata lo tradiva) ma la mantiene a distanza e la tratta come una serva. Un film cupissimo, funereo, angosciante, dalla lavorazione travagliata a causa degli eventi bellici. Amedeo Nazzari ipercaratterizza il suo usuale personaggio di bel tenebroso, duro, scostante e perennemente corrucciato: non sorride, non muove un muscolo, risponde a malapena; è quasi impossibile figurarselo impegnato in un corteggiamento, che infatti viene fagocitato da un’ellissi che sembra lunghissima e invece dura pochi mesi, dato che l’intera storia si svolge nel giro di un anno (da un 4 maggio al successivo). Marina Berti, pur comprensibilmente infatuata, deve essere però affetta da una grave forma di masochismo per ingoiare qualunque umiliazione da un uomo pressoché sconosciuto. La tensione si scioglie solo negli ultimi secondi, ed è una conclusione visibilmente frettolosa.
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