Regia di James Hawes vedi scheda film
AL CINEMA
Nel 1938 Hitler occupa l'Austria e rivendica il possesso di una regione della Cecoslovacchia conosciuta come I Sudeti. I leader di Gran Bretagna, Francia e il nostro Mussolini accettano l'atto di prepotenza e belligeranza sopra compiuto, sperando di scongiurare una guerra.
Già il giorno successivo le truppe di Hitler varcano il confine ceco, costringendo mte famiglie ad emigrare verso Praga, non ancora occupata.
Molti tra questi individui si rivelano bambini.
Nicolas Winton, un giovane agente di cambio britannico in visita alla Cecoslovacchia proprio in quel fosco e turbolento periodo, si prende a cuore il destino delle migliaia di profughi bambini e partecipa alla preparazione di piani per aiutare nel salvataggio proprio costoro, in particolare dei bambini ebrei, alla vigilia dello scoppio della seconda guerra mondiale.
La sua missione, celebrata doverosamente come un'operazione miracolosa e salvifica, diventerà nota come Kindertransport e permetterà a circa 700 bambini di trovare salvezza dalla tremenda persecuzione nazista.
One Life, film un po' piatto e sin troppo pedissequamente celebrativo di una missione senza ombra di dubbio eroica e di enorme valenza umana, opera del regista James Hawes, ricostruisce abbastanza bene e tramite flashback, la dinamica della salvifica azione di salvataggio, e contemporaneamente racconta l'opera di ricongiungimento degli ex bambini ormai adulti a quel loro angelo custode.
Ciò avviene attraverso il mezzo televisivo, ed in particolare una trasmissione, quasi sempre leggera e riservata a pettegolezzo frivoli, che ne permette il nuovo incontro. Il film, girato convenzionalmente, nonostante l'accurato sforzo di doppia ambientazione a fine anni '30 e poi lungo i '90, si svilisce in una sequela di sentimenti dolciastri che non riescono a rendere efficace la descrizione di un gran gesto, o l'epicità di una missione che partì come impossibile, e si trasformò in un traguardo eroico. Anthony Hopkins gigioneggia come al solito, e il resto dell'ottimo cast, che comprende eccellenze del calibro di Helena Bonham-Carter, Lena Olin, Jonathan Price e Marthe Keller, non riesce a dare carattere ad uno sceneggiatore un po' bolso che, nonostante il valido soggetto, non riesce mai a riservare nessuna beta emozione che non appartenga ad una normale routine da prodotto troppo preconfezionato.
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