Regia di Peter Farrelly, Bobby Farrelly vedi scheda film
Hal cerca una ragazza bellissima, basandosi solo sull’esteriorità; sottoposto a ipnosi, comincia a vedere la bellezza delle donne nel loro carattere. Si innamora così dell’obesa Rosemary, che è per combinazione anche la figlia del suo capo. Quando l’amico Mauricio decide di risvegliare Hal dall’incantesimo, però, saranno problemi.
Dopo Scemo & più scemo (1995) e Tutti pazzi per Mary (1998), i fratelli Farrelly sono stati acclamati come i nuovi paladini della commedia politicamente scorretta; parzialmente un passo indietro era già stato fatto con Io, me & Irene (2000), meno demenziale e più orientato al grande pubblico. Con Amore a prima svista i fratelli registi (e sceneggiatori, insieme a Sean Moynihan) compiono un’altra decisa mossa verso il gradimento di massa, licenziando una commedia che marginalmente tocca argomenti spinosi come la disabilità e l’obesità, ma in sostanza suona come una piccola fiaba rosa contemporanea, con morale superficialissima (occorre guardare dentro alle persone per capire quanto valgono, non fuori) e lieto fine scontato oltre misura. Jack Black, comico pacioccone e rassicurante, è il volto perfetto per l’operazione; l’algida Gwyneth Paltrow potrebbe sembrarlo un po’ meno, ma a conti fatti funziona; fra gli altri elementi centrali del cast vale la pena di nominare Jason Alexander, Joe Viterelli, Brooke Burns, Bruce McGill e il life coach guru della PNL Tony Robbins nell’autoironica parte di sé stesso. Poco meno di due ore di durata sono effettivamente troppe. 4/10.
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