Regia di Peter Farrelly, Bobby Farrelly vedi scheda film
Gwyneth Paltrow si sottopone, con insignificanti risultati, alla cura dei fratelli Farrelly, indossa, in un paio di scene una protesi di ciccia cadente, sfatta e repellente per interpretare Rosemary, la freak di cui si innamora Hal Larsen (Jack Black), giovanotto tozzo e obeso che non si stanca di dare la caccia a fanciulle dalle belle forme. La fashion-lady del cinema modello Miramax è una discreta idea di casting, e nel film la vediamo esclusivamente con gli occhi "innamorati" di Hal che dopo il suo incontro, in ascensore, con un guru del pensiero positivo, ignora l'aspetto esteriore e sa scorgere, a dispetto di tutto e di tutti, soltanto la bellezza interiore: questa divaricazione dell'intreccio inceppa la messa in scena e vaporizza l'usuale vigoria comica dei due scapestrati fratelli cineasti. Due punti di vista, dentro fuori, bellezza interiore e bruttezza esteriore restano due assunti non approfonditi. Misoginia spensierata, due o tre riuscite battute anali, deformità congenite, reali e da reparto-trucco, trattate con ostentata naturalezza, uno strip della Paltrow o della sua controfigura, i passi di danza di Black per una commedia bifida e slavata. Le squadre di guastatori di "Tutti pazzi per Mary" e di "Io, me & Irene" sono perdute.
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