Regia di Artavazd Pelesjan vedi scheda film
la vita dura di pastori in uno sperduto villaggio della russia comunista, ripreso con senso poetico rarefatto ed elegiaco. il tempo che scorre, un pastore che viene trascinato dalla corrente di un fiume insieme ad una pecora, musica sacra o classica che accompagna la transumanza di un gregge di pecore e la celebrazione di un matrimonio che sembra tutto meno che il giorno felice che dovrebbe essere. con l'aiuto di sporadiche scritte lo spettatore deve letteralmente districarsi nell'accumulo e nell'ingorgo di immagini di questo corto-mediometraggio che avrebbe dovuto durare 48 minuti e invece risulta durarne a malapena 31. il passaggio del gregge attraverso le tribolate acque di un fiume, l'ingorgo all'interno e all'esterno di un tunnel a causa del passaggio del medesimo gregge, l'organizzazione di un matrimonio e il gioco-sfida dei pastori che scivolano lungo i pendii di una montagna aggrappati ad una pecora viene ripreso con lo stile con cui oggi fuori orario ripropone immagini di ciò che andremo a vedere durante la notte o di ciò a cui eventualemente si ricollega la visione notturna proposta dai curatori. non un semplice lavoro di documentazione etnografica e antropologica ma canto in forma di immagini che si sussegguono volutamente confuse a comporre un poema che prende forma piano piano. non so se sia l'essermi fissato sui 17 minuti mancanti all'appello, ma il film per me rimane un insieme di immagini in attesa di essere composte.
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