Regia di William Friedkin vedi scheda film
Chissà come sarebbe stato l’OTELLO con Anita Ekberg nella parte di Desdemona e John Wayne in quelli di Otello. Il film che il detective William Kinderman della squadra omicidi vorrebbe vedere con Padre Damien Karras. Un polpettone kitsch di sicuro. E Karras somiglia più a John Garfield in ANIMA E CORPO o a Sal Mineo? Come sostiene nella versione originale (e non a W.Allen) lo stesso Kinderman appassionato di cinema. Ed Ellen Burstyn nei panni de L’ANGELO? La pellicola che, sempre Kinderman, confessa di aver visto almeno sei volte, mentre chiede imbarazzato un autografo all’attrice Chris MacNeil impersonata appunto dalla Burstyn. Poi è comprensibile che Regan scaraventi dalla finestra il regista Burke Dennings, sempre ubriaco per casa e quel film che stava girando con la madre “una specie di storia di Ho Chi Minh alla Walt Disney" meritava, in effetti, un trattamento del genere. Questi incisi cinefili e il personaggio interpretato da Lee J.Cobb mi hanno sempre reso più umano e accettabile L’ESORCISTA, cupo cult del ’73 e, come scritto sopra, certe citazioni inventate o meno mi hanno sempre incuriosito e stimolato la fantasia.
Per il resto il thriller/horror di William Friedkin si presta a diverse annotazioni. L’incipit in Iraq ha mantenuto intatto il suo fascino con Padre Merrin (lo ieratico e perfetto Max Von Sidow) che scopre una statuetta raffigurante il demone Pazuzu. Le parti che descrivono Padre Karras, un gesuita di origine greca specialista in psichiatria e soprattutto in crisi spirituale, il quale perde la madre anziana e sofferente con qualche senso di colpa per non esserle stato vicino. E ancora, la descrizione degli ambienti in cui vive e lavora, gli incubi e la tristezza che lo pervadono hanno una carica di realismo e di inquietudine ancora inalterati. Il sacrificio finale durante l’esorcismo e dopo la morte di padre Merrin sono una liberazione dai dubbi che lo hanno sempre attanagliato. Ciò che non convince e assume tratti inverosimili e/o discutibili (il personaggio di Karras escluso) è la visione semplicistica e superstiziosa del cattolicesimo: il male e Pazuzu si insinuano in una famiglia di atei che nomina il nome di Dio invano (Chris lo fa spesso). Gli aspetti gore ovviamente hanno una loro giustificazione anche nell’eccesso perché rivestono di autentico spavento l’intera vicenda. Però ciò che incute davvero i brividi non è tanto il famoso brano di Mike Oldfield TUBELAR BELLS o le manifestazioni indemoniate di Regan, quanto la scalinata teatro delle due morti atroci di Dennings e Karras che il testimone degli eventi Padre Dyer evita di scendere nel finale.
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