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L'esorcista

Regia di William Friedkin vedi scheda film

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La recensione su L'esorcista

di maso
9 stelle

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Il film più famoso del grande Billy Friedkin è anche il suo più grande successo commerciale e da considerare uno spartiacque nel genere horror che fino a quel momento si era mosso più in ambienti fantastici che nel quotidiano dei nostri giorni mentre la storia della piccola Regan che si ritrova posseduta da un demone assirobabilonese colpì molto proprio perchè l'orrore viene descritto in una casa che potrebbe essere la nostra e l'eroe della storia è armato della fede e non di paletti di frassino o pallottole d'argento.

 

 

Risultato immagine per regan possessed

L'esorcista è un film che indubbiamente fa paura e l'ingenuità del pubblico degli anni

settanta favorì l'effetto spaventoso di immagini forti come questa

 

 

Uscì nel 1973 e se osservate qualche documentario dell'epoca rimarrete scioccati tanto quanto gli spettatori che assistettero alla proiezione al cinema e per il raccapriccio abbandonavano la sala dopo aver assistito alle prime contorsioni di Linda Blair con gli occhi pallati e la gola rigonfia figuriamoci quando è completamente ricoperta dalle piaghe e dalla sua gola esce muco verde e una voce infernale ma per il sotttoscritto qui sta anche il difetto più grande del film ovvero aver pigiato troppo sulle manifestazioni del demone tanto da risultare in alcuni frangenti ridicole come rilevato dai più scaltri anche al tempo: battute del tipo "Tua madre succhia cazzi all'inferno" rivolte a padre Merrin io me le sarei risparmiate, la testa che ruota a 360° l'avrei avviata ma non mostrata completamente perchè risulta alquanto macchinosa, trucco eccessivo come il vomito color pistacchio, insomma avrei soppesato meglio certi aspetti macabri, delle sequenze più prettamente orrorifiche trovo stupenda quella in cui Regan afferra per i testicoli lo psichiatra e trovo giusto aver reinserito la famigerata "spider walk" di Regan giù per le scale che al tempo fu esclusa perchè non si potevano cancellare con l'elaborazione digitale i fili che sospendevano la contorsionista che eseguì lo stunt, da antologia del cinema tutta la sequenza finale dal momento in cui padre Merrin arriva per praticare l'esorcismo fino a quando Regan piange disperata accovacciata in un angolo della stanza, la sinergia fra Friedkin i suoi attori e gli addetti agli effetti speciali è di livello altissimo e di grande eleganza estetica.

Il film è comunque strepitoso fin dalle prime battute in Iraq dove Friedkin da sfoggio della sua capacità di fondere fiction e documentario con una naturalezza innata e il film trasemette fin da subito una grande inquietudine mentre segue padre Merrin nei suoi sinistri scavi archeologici pieni di presagi: un pendolo che si blocca dopo che è stato nominato il maligno, un carro a tutta velocità trasporta una madonna nera e per poco non investe un frastornato padre Merrin e a chiusura del segmento introduttivo l'anziano sacerdote si ritrova al cospetto della statua di Pazuzu mentre due cani inferociti si addentano rabbiosi.

 

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Pazuzu incombe sul destino di padre Merrin

 

 

La parte che personalmente preferisco è quella che coinvolge la progressiva follia di Regan e la disperazione di sua madre che non sa più cosa fare ogni giorno di più e vede la giovane figlia tramutarsi in un mostro: le cure raccapriccianti alla quale è sottoposta Regan fanno si che io intenda la possessione come un cancro, un male incurabile e misterioso e la scena che preferisco in assoluto è quella appena consequenziale alla masturbazione con il crocefisso in cui Chris McNeil rimane tumefatta in volto e così si presenta per la prima volta a padre Karras completamente affranta in una disperata supplica di aiuto con la Burstyn che mi ha veramente commosso ma non è da sottovalutare il contributo di Valeria Moriconi in sala di doppiaggio una delle mie voci femminili preferite.

La Burstyn è all'apice delle sue capacità attoriali e secondo me fu scippata di un Oscar dalla Jackson premiata nel 1974 per la sua prova in A touch of class, per carità brava ma il suo film è una commedia non certo imprescindibile e se mettiamo a confronto le due prove è come mettere un piede su un formicaio o scalare una montagna, andatevi a vedere quando l'Oscar fu assegnato a Glenda Jackson l'espressione stupefatta di Ellen Burstyn che è tutto un programma di fronte alla seconda volta per Glenda che come per la prima in Donne in amore non era neanche presente alla cerimonia.

 

Glenda Jackson Wins Best Actress: 1974 Oscars - YouTube

 

 

Il resto del cast gira a meraviglia con Jason Miller e Linda Blair anche meritatamente candidati all'Oscar, il primo riesce a esprimere il crescente scetticismo che attanaglia padre Karras mentre la Blair fu costretta a sottoporsi ad un vero tour de force per ciò che doveva esprimere il demonio entrato in lei, Lee J. Cobb è una vecchia volpe e un taciturno e sofferente Max Von Sydow da vita con grande equilibrio al personaggio che da il titolo al film.

L'aspetto che mi penetra meno nell'anima è quello puramente religioso e l'ambinte clericale descritto da Friedkin con minuziosa precisione ma mi piace molto il personaggio di padre Dyer che ha un peso specifico importante all'interno della storia soprattutto nel finale originale, sicuramente è quello che preferisco in cui viene inquadrato pensieroso in cima a quella scala sulla quale abbiamo visto accadere tante cose durante il film ed è sicuramente quella che rimane più impressa delle tante inserite nella pellicola da Friedkin perchè come da lui stesso dichiarato L'esorcista è un film in cui si descrive la continua ascesa e discesa dei personaggi verso la forza della fede e il baratro della disperazione.

Storico il brano Tubular Bells di Mike Oldfield che sembra scritto apposta per il film ma non lo è affatto ma essendo stato inserito in colonna sonora gli è rimasto legato indissolubilmente.

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