Regia di Harold Becker vedi scheda film
Se il titolo non fosse già stato usato, il film potrebbe chiamarsi “Il patrigno” perché lo sceneggiatore Lewis Colick ( “Cielo d’ottobre”) prende questa figura, arcaica e carica di cliché, e non vuole disturbare gli spettatori, nemmeno i più inesperti. Certi meccanismi presuppongono che accadano certe cose e anche il modo in cui debbano accadere. Il copione è troppo ovvio e troppo prevedibile: il patrigno, Kurt, non è quello che sembra (produttori e regista, per scongiurare ogni possibile ambiguità, affidano il ruolo a Vince Vaughn) e il ragazzino Danny, scosso dal divorzio del padre costruttore di barche e con qualche problema etilico, Frank (Travolta) e della madre, Susan (Teri Polo) non è quel bugiardo che molti credono. Se chi scrive, chi dirige, un irriconoscibile Harold Becker (“Seduzione pericolosa”, “City Hall”), e chi guarda conosce a menadito certe meccaniche narrative, la suspense si spegne proprio perché la storia non parte, non si muove e non arriva. Le turbolenze domestiche si esaltano quando Danny diventa il testimone oculare di un delitto commesso da Kurt per occultare un passato criminale che, ora, tra le altre trappole per chi inventa trame, è chiuso nella cassetta di sicurezza di internet. I personaggi sono confusi e il film allunga l’elenco dei thriller fasulli e da buon share televisivo.
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