Regia di Marc Forster vedi scheda film
Marc Foster, regista elvetico si cimenta nella sua prima prova di metteur en scene in un dramma del profondo sud degli USA, ancora razzista e conservatore. La storia non brilla per originalità: una donna che perde marito e figlio e si rifà una vita. Il tutto però è orchestrato in modo tutt’altro che banale. È la perdita la protagonista di questa pellicola, di qualcosa di molto importante, una persona cara, una parte di se stessi. La lunga scena di sesso testimonia la frustrazione e la necessità di un contatto e di un ritorno a un rapporto umano vicino, attraverso un’unione di corpi. Il finale sembra sprofondare questa rinascita d’amore e speranza in una nuova solitudine abissale se non in una nuova tragedia. Invece no. È la vita ritrovata.
Non mi piace affatto ma in questo piccolo ruolo mi ha convinto completamente. Bravo.
Sempre molto intenso. Interpretazione carnale.
Meritato Oscar anche se all’epoca se lo meritava di più la Kidman. Splendida, coinvolta e partecipe. È un peccato che si sia perso nella strada della perdizione, del denaro.
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