Regia di Milcho Manchevski vedi scheda film
Banale esercizio di stile, che rimastica la trama, quanto meno originale del film d'esordio di Manchevski, quel Prima della pioggia, premiato a Venezia nel 1994, dove le tematiche escatologiche venivano innestate in storie scaturite da quel groviglio inestricabile che sono state le guerre balcaniche scoppiate dopo la fine della Jugoslavia. Ancora all'insegna della frase «il tempo non muore mai: il cerchio non è rotondo», ma con minore lucidità rispetto al film precedente, Manchevski estrapola nuovamente temi biblici, per denunciare di nuovo le atrocità della guerra che, sembra dire il regista macedone, è sempre e comunque fratricida. Qui manca però un'idea altrettanto forte che in Prima della pioggia, una messinscena altrettanto originale e, come se si trattasse di una rimasticatura ad usum americanorum dell'opera d'esordio, si affastellano atrocità esagerate ed intrecciate a banchetti eccessivi come in Underground (1995) di Kusturica.
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