Regia di Luigi Comencini vedi scheda film
"La Donna della domenica" diretto nel
1975 da Luigi Comencini,devo dire
che mi è piaciuto.
La storia si svolge in una afosa Torino
estiva,e racconta dell'indagine condotta
dal Commissario Santamaria,romano e
coadiuvato dal collega siciliano De Palma,
sull'assassinio di un individuo
equivoco,l'architetto Garrone.
Questi era un architetto singolare e volgare,
che vivacchiava ai margini della Torino bene,
da cui era tollerato ma disprezzato.
L'omicidio è stato scoperto dal geometra Bauchiero che,
rincasando dopo aver portato a spasso il cane,
è stato lo stesso a trovare il cadavere dell'architetto,
ucciso da un fallo in pietra,nel proprio studio.
Però succede nel frattempo all'interrogatorio
del Bauchiero da parte del commissario De Palma,
i domestici di Anna Carla Dosio,appena licenziati,
portano in commissariato un foglio su cui la Dosio
aveva scritto all'amico
Massimo Campi che lei e Massimo
"…devono fare fuori il Garrone…",che la stessa Dosio
aveva poi rinunciato e gettato in un cestino.
Allora il commissario deve muoversi con
cautela tra una serie di personaggi della Torino
bene e il suo superiore,che vorrebbe che
certi nomi non venissero coinvolti affatto.
Il Film è una co-Produzione Italo-Francese,
diretto da un Maestro del nostro Cinema
come Luigi Comencini ed è tratto dall'omonimo
romanzo del 1972 di Carlo Fruttero e Franco
Lucentini,e con una robusta sceneggiatura
di Age e Scarpelli,realizza una miscela tra
"Commedia all'Italiana" e Giallo in maniera
sublime perché da una marcata ironia,
ma anche di rassicurazione come
il personaggio del Commissario Santamaria,
che con questa sua caratterista comincia
le indagini,ed è interpretato dal sempre
bravo Marcello Mastroianni,che è un ruolo
che gli sta a pennello.
Durante la visione si sente l'atmosfera degli
anni '70 con una Torino malinconica e
mezza vuota per le ferie estive imminenti,
e si respira quella Italia anche sessuale
di allora come Garrone,personaggio
che pensa solo a quello che fa la corte
a belle ragazze giovani e parassita
della società,che chiunque poteva
ucciderla come Anna Carla,moglie annoiata
consapevole dei tradimenti del marito,
non vede l'ora di essere interrogata dal
commissario Santamaria e l'omosessualità
di Massimo Campi,che ha una relazione
un po complicata con Lello Riviera,
che per aiutarlo dai sospetti si mette
a indagare sull'omicidio.
Il regista il tutto lo incentra su una borsa
con una stella marina trovata in una
casa dove sotto ci sono prostitute
e magnacci,ma non solo anche
attorno ad un antico proverbio piemontese
come:"La cativa lavandera a treuva mai la bun-a pera"
che vuol dire la cattiva lavandaia non trova mai la buona pietra,
che poi vuol dire:"La lavandaia che non trova
la buona pera è una lavandaia che non ha voglia di fare il bucato",
e lo fa un impianto narrativo ironico ma anche rassicurante,
con sempre la stoccata verso la società Capitalista,
e siamo in piena crisi economica e gli scioperi.
Questa è rappresentata dalla Dosio,donna annoiata
che ha un rapporto aperto con il marito,
imprenditore che è sempre fuori al lavoro
e tradisce sempre la moglie,interpretata
dalla splendida Jacqueline Bisset,dove
Comencini gli regala bellissimi primi
piani.
Intorno c'è il collega De Palma
interpretato da Pino Caruso e
i personaggi chiave come
gli omosessuali Massimo Campi
e Lello Riviera interpretati da
Jean-Louis Trintignant e Aldo Reggiani.
Le scene che rimangono impresse sono
la retata che fanno nella casa dove girano
prostitute e quando Santamaria va insieme
alla Dosio,dove hanno fabbricato il fallo
di pietra dove se ne vedono di tutte le misure
ed esce un Ennio Antonelli doppiato che fa
ridere.
Da segnalare la buona direzione degli
Attori dove figurano anche:
Lina Volonghi-Maria Teresa Albani-
Omero Antonutti-Franco Nebbia-Claudio Gora-
Gigi Ballista-Renato Cecilia-Tina Lattanzi-
Antonino Faà di Bruno-Gil Cagnè-Mauro Vestri-
Massimo Giuliani-Mario Ferrero-Giuseppe Anatrelli-
Antonio Orlando-Marcelle Bron-Jean-Claude Clément-
Dante Fioretti-Clara Bindi-Eleonora Spinelli-Nancy Lecchini
e Aurelio Bertola.
Invece nel reparto tecnico segnalerei
la Fotografia di Luciano Tovoli,che mette in scena
una Torino malinconica e suggestiva,le
splendide musiche del Maestro Ennio Morricone,
le scenografie di Mario Ambrosino e i costumi
di Mario Ambrosino,che danno una efficace
e convincente messa in scena.
In conclusione un buon Film,
che è uno spaccato dell'Italia
degli anni '70 e il regista è bravo
a farci respirare l'aria di quegli anni
dove Comencini miscela in maniera
ironica la Commedia e il Giallo,
ed è bravo a mischiare le carte
deviando i sospetti e portandosi
con i suoi tempi fino alla fine.
Il mio voto: 7,5.
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