Regia di Luigi Comencini vedi scheda film
L'architetto Garrone viene trovato morto nel suo appartamento.Il commissario Santamaria indaga sull'omicidio e ben presto si avvede che l'assassino è da ricercarsi nell'alta borghesia torinese. Dal romanzo omonimo di Fruttero e Lucentini,Luigi Comencini tira fuori una buona commedia tinta di giallo. Solido,con un ritmo giusto e un buon equilibrio tra la denuncia di taluni costumi nazionali trattati qui in chiave ironica e la suspense che si richiede a un caso di omicidio. Si parla di vizi e vezzi dell'alta societa' e se certe caratterizzazioni possono apparire un po' eccessive non arrivano mai a farsi mera oleografia in quanto immesse all'interno di una buona struttura narrativa."La donna della domenica" rientra perfettamente in quel nutrito numero di film che hanno rappresentato un momento aureo del sistema cinema in Italia. Un momento in cui i film erano la somma di una scenegiturra di ferro, la presenza di attori di primissimo piano (in questo caso Mastroianni,Bisset e Trintignant) e di caratteristi talmente bravi da rappresentare talvolta la marcia in piu' della cinematografia italiana rispetto alle altre. Poi naturalmente c'era la compattezza narrativa garantita da registi che quando non erano maestri erano almeno degli ottimi mestieranti. Era quel buon cinema medio che si fa sempre piu' di rado ai giorni nostri. Quello che senza scadere mai nel qualunquismo di maniera si proponeva di arrivare a un pubblico piu' vasto possibile . Quello che sapeva coniugare sapientemente la leggerezza dei mezzi espressivi con l'autorialita' delle finalita'intellettuali. Ecco,"La donna della domenica"appartiene a quel cinema. Quello che sapeva raccontare l'Italia con intelligenza.
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