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Regia di Krzysztof Kieslowski vedi scheda film

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La recensione su Senza fine

di Baliverna
8 stelle

E' una riflessione sull'elaborazione del lutto da parte di una vedova, che si intreccia con la situazione politico-sociale della Polonia degli anni '80. Quanto al primo tema, il regista vuole comunicare che alle volte si capisce quanto si ama una persona solo nel momento in cui essa viene a mancare. Mentre la donna prima amava il marito con alti e bassi, e a volte con meschinità, quando muore si scopre perdutamente innamorata di lui, tanto da non riuscire a sopportarne l'assenza. Contraddittorietà dell'essere umano, che desidera sempre quello che non può avere, o presa di coscienza? Forse entrambe le cose, considerato il disordine interiore e la miopia sentimentale che spesso alberga nelle persone.

Tuttavia, ciò che del film mi pare più riuscito sono i numerosi riferimenti alla confusa situazione della Polonia dell'epoca: ancora in vigore la legge marziale, il governo tenta di soffocare tutti gli strascichi di Solidarnosc e del malcontento operaio. Nel paese dei lavoratori e del comunismo scioperare costa la galera e i sindacati indipendenti sono severamente vietati. Non mancano neppure i cortei di piazza, dispersi con i lacrimogeni. Spesso sono riferimenti fatti per brevi accenni o tramite i dialoghi, ma risultano efficaci e pungenti, e finiscono per dipingere a poco a poco un quadro composito e interessante. Unica nota positiva è che la magistratura e gli avvocati non credono più molto alla restaurazione in atto. Il giudice, infatti, destreggiandosi col codice fa scarcerare con uno scapaccione i detenuti politici, perché per la legge non può assolverli con formula piena.

Gli attori recitano in un modo che sembra che stiano veramente vivendo, senza un'ombra di teatralità. Alcuni, come il detenuto politico e l'avvocato, sono molto efficaci e colpiscono.

L'ateo Kieslowski inserisce nella vicenda dei curiosi riferimenti soprannaturali, che non sempre vengono chiariti e spiegati. Sembra immaginare una qualche immortalità dell'anima e pare che i defunti preghino o in qualche modo aiutino i loro congiunti rimasti sulla terra. Come tutti i suoi film, comunque, è intriso di tristezza, come pure la Polonia che si vede appare squallida e inospitale. E il finale è amaro e disperato come l'animo di questo regista.

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Ultimi commenti

  1. vicky13
    di vicky13

    L'ateo Kieslowski inserisce nella vicenda dei curiosi riferimenti soprannaturali, che non sempre vengono chiariti e spiegati. Sembra immaginare una qualche immortalità dell'anima e pare che i defunti preghino o in qualche modo aiutino i loro congiunti rimasti sulla terra. Come tutti i suoi film, comunque, è intriso di tristezza, come pure la Polonia che si vede appare squallida e inospitale. E il finale è amaro e disperato come l'animo di questo regista.

    Bella la tua opinione,Baliverna, ma , senza offesa, avrei qualcosa da obbiettare sulle ultime quattro righe. Alle mie considerazioni personali mi vengono in aiuto anche quelle di Serafino Murri.
    1.La presenza , "il fantasma" , del defunto avvocato Antony Zyro, interpretato non a caso, dall’attore Jerzy Radziiwilowicz, già noto interprete nell’ Uomo di Marmo (’76) e nell’Uomo di Ferro (’81) del conterraneo collega Andrzej Wajda, volto paradigmatico del cinema polacco di opposizione, non è un mero riferimento soprannaturale, a mio avviso, ma è una delle chiavi di lettura di tutto il film.
    Antony muore all’inizio del film , proprio , quando , non a caso, perché in Kieslowski , nulla è dovuto al caso, contemporaneamente, sta morendo qualcosa d’importante per la Polonia, travolta dalla paura dello stato di assedio, ossia , la volontà di lottare per “alzare la testa”.
    Egli, defunto, rimane al margine del mondo dei vivi ed assiste a qualcosa che sta scomparendo per paura.
    Zyro, mediante le sue “apparizioni ultraterrene”, è simbolo di presenza concreta, come le sue "apparizioni " per me, sono simboliche. Secondo me, tutti i film di Kieslowski sono intrisi di simbolismi. Antoni continua a costituire dopo la morte, un punto di riferimento ideale ed a condizionare le gesta dei due protagonisti ; la giovane vedova e l’operaio processato. La morte di Antek coincide alla mortificazione, ed allo squallore morale dei due personaggi, la vedova, mortificata dalla mancanza di amore, conduce una esistenza inquieta e vuota di relazioni, Darek, mortificato dalla assenza di coraggio intellettuale, porta avanti il principio pragmatico della sopravvivenza ad ogni costo. Secondo me, Antek, continua ad essere , (materializzato visivamente in apparizioni ultraterrene) perché esistono la memoria ed il pensiero dei vivi , la morte è calata nella vita, non c’ è immortalità dell’anima in tutto ciò.
    Solo la presa di coscienza da parte di Ursula , di essere ancora viva e vulnerabile, di essere parte integrante di una condizione politica e sociale assurda , in cui la responsabilità va addebitata, non solo alla sua parte dominante, ma all’intera collettività, la porterà alla non accettazione della pragmatica ” sopravvivenza ad ogni costo” e mediante il suicidio come soluzione estrema , la porterà a recuperare quel senso di dignità che lo stato d’assedio sottrae.
    2.La conclusione è disperata ed amara, ma non credo che l’animo del regista sia amaro e disperato. Egli è un artista. Il film è finzione, è la creazione di un prodotto artistico , che come un quadro nella pittura, deve obbedire ad una certa armonia ad un certo ordine, come nella drammaturgia o nella geometria, è con questo ordine che si entra in rapporto , qualsiasi cosa si voglia costruire. Tutte le parti singole devono essere “voci forti” ed armonizzarsi con l’idea ed il contenuto. Ma fra finale disperato ed anima disperata…penso ci sia un abisso. Un disperato raramente fa arte,l’arte è regola , disciplina, la disperazione con esse per sua natura fa a pugni..a meno che l’artista non sia un genio .. ma sono rarità.
    Questo è il mio punto di vista come anche secondo me non è appropria dire che i suoi fllm non sono intrisi di tristezza. Spero di non aver offeso nessuno. Ho voluto solo chiarire il mio punto di vista su alcune cose.

    1. claudio1959
      di claudio1959

      Complìmenti per lucide osservazioni, molto raro leggere note così esaustive.

  2. Baliverna
    di Baliverna

    Ritengo il simbolismo da te veduto nel personaggio dell'ex "uomo di marmo" molto interessante. Non ci avevo pensato. In questo senso egli sarebbe il simbolo della Polonia viva e ribelle che soccombe sotto il piede della "restaurazione" post Solidarnosc. E' interessante anche il significato che attribuisci al suicidio della donna. Detto questo - discorso sicuramente valido - io continuerei a vedervi accanto anche un'analisi più concreta e non simbolica del rapporto tra una vedova e il defunto marito, che sembra continuare anche dopo la morte di lui. Continua sia quanto alla prosecuzione del rapporto stesso (benché in modo misterioso), sia quanto alla progressiva presa di coscienza di lei rispetto ai sentimenti che prova e ha provato per lui. Mi è sembrato proprio che il regista polacco rifletta anche su questo aspetto della vita (e della morte). Quando ho parlato di riferimenti non spiegati e chiariti, pensavo ad esempio all'incidente misteriosamente evitato. Il fatto di non spiegare, qui, aggiunge fascino all'evento.
    Quanto al fatto della tristezza, cosa devo dire... è una sensazione molto chiara che provo vedendo tutti i film di Kieslowski. Guardando poi il suicidio finale anche dal punto di vista umano oltre che simbolico, io non posso fare a meno di pensare al suicidio in quanto tale e al figlio in tenera età al quale infligge in tal modo un colpo terribile. E per me è inevitabile provare in tal modo un gran senso di amarezza.
    Comunque grazie per il contributo, mi hai aperto una nuova chiave di lettura - che posso accostare alla mia - dei film die Kieslowski.

    1. claudio1959
      di claudio1959

      Bello leggere questi concetti spiegati con eleganza e proprietà di scrittura rara

  3. vicky13
    di vicky13

    Penso che oltre ed accanto a questa lettura simbolica , ci sia la visione , molto più concreta , del rapporto che continua in altro modo, anche dopo la morte e di un lutto che non si vuole superare, perché non ce se ne fa una ragione. Il rapporto continua nel pensiero di lei, e nel ricordo, che nonostante i problemi , che esistono come in tutte le coppie e che pervadevano la loro unione , ( per esempio il bambino che dice di frequentare poco la nonna paterna, la visita al nonno al cimitero non veniva fatto con entrambi i genitori, ma solo col padre, le foto scoperte e nascoste..) solo ora lei si rende conto di averlo amato e di amarlo tanto. In film blu, la protagonista , solo dopo la scoperta delle foto del tradimento del marito riesce a superare il lutto. Qui ,in questo primo film , con le foto della moglie nuda conservate e nascoste con la testa mozzata sembra il contrario. Il marito stesso non vuole separarsi dai loro cari ed inspiegabilmente li assiste, li sta vicino: inspiegabilmente mette un punto di domanda rosso sulla scelta di Labrador, come avvocato difensore, inspiegabilmente l’auto della moglie si ferma e l’incidente grave viene evitato ed ancora quel cane nero..sempre presente..sembra che forse Kieslowski ci creda, come ci credo io a questa interazione fra i due mondi , ma a questi fatti una spiegazione non esiste e probabilmente , il regista si pone sempre come spettatore sopra le parti, come sempre, in tutti i sui film. Il finale : un suicidio di lei attaccata alla canna del gas, mi ha fatto rimanere molto male, amareggiata, agghiacciata e svuotata. Una madre non avrebbe mai abbandonato suo figlio in quel modo. Ma io penso anche che chiunque si savio di mente non incorra nel suicidio tanto meno se abbia figli. Poi, questo è ( menomale) un film e nei film d’autore il film vuole essere anche arte, quindi, ho voluto pensare che sia stata una scelta narrativa del regista per rendere , a suo vedere , armonico l’insieme e dare più forza al contenuto. Kieslowski , non è un regista allegro..la vita spesso è amara , meglio sarebbe essere tutti più ottimisti . Grazie per avermi risposto.

  4. Baliverna
    di Baliverna

    Bell'intervento. Grazie.

  5. claudio1959
    di claudio1959

    Spero con tutto il cuore di reperire in DVD questo film che vorrei vedere stimolato dalle vostre auliche e pregevoli disquisizioni.

    1. Baliverna
      di Baliverna

      Se non ricordo male, lo r1egistrai in una notte di Fuori Orario, quando ancora era
      "Fuori Orario". Poi lo cancellai. Sono quei film che è molto difficile vedere altrove. Ma non bisogna mai disperare...

    2. claudio1959
      di claudio1959

      Ho trovato su ebay ed ordinato il dvd lo vedrò volentieri

    3. Baliverna
      di Baliverna

      Ah. DVD originale, edizione italiana?

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