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The Well

Regia di Federico Zampaglione vedi scheda film

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La recensione su The Well

di GoonieAle
4 stelle

Ebbene: un tempo, quando il genere italiano regalava veramente chicche meritevoli, film che sarebbero stati ricordati negli anni a venire, la critica stroncava, tutto. Belli o brutti non c'era differenza. Tutta fuffa era. A volte neanche il pubblico premiava.

Oggi, qualunque cosa esca, non si parla d'altro di rinascita dell'horror, di grande opera, di regista da santificare, addirittura di capolavoro! Belli o brutti non c'è differenza. Pellicole da vedere perché se non lo si fa non si aiuta il nostro cinema. Ogni cosa è da promuovere.

 

Mi domando: per caso ci sono idee che si discostano dal passato? C'è un nuovo percorso da seguire? A me pare sappiano di tutto tranne  di film compiuti. A volte chiamarli film è già cosa grossa.

 

L'horror da noi è morto e sepolto da parecchio. Iniziando il conteggio dal nuovo millennio a oggi, 24 anni quasi 25, c'è pochissimo da ricordare. Eppure leggendo non sembra.

Ecco, forse il secondo lavoro di Zampaglione, quel Shadow, che è nettamente migliore di questo ultimo The Well, sarebbe da ricordare. Perché The well di Zampaglione a tratti è davvero  imbarazzante. 

 

La storia inutile anche suggerirla. Fotografia ed effeti sono riusciti. Dopodiché ci sono urla di continuo, che non finiscono mai. Scene tipo la ragazza di colore, statemi dietro per cortesia, Courage Oviawe, che gli viene amputato un braccio da un energumeno, e lei continua ad urlare. Poi con un rastrello viene colpita alla schiena ripetutamente, strappando letteralmente la pelle e facendo buchi grossi così, e lei continua a urlare.

Poi gli viene data una rasoiata, sempre col rastrello, in pieno viso, con un bulbo oculare levato via, letteralmente, e lei continua ad urlare.

Finita? Niente affatto: l'energumeno l'afferra e la butta in un pozzo profondo. Adesso sarà davvero finita?! Ancora no!

Spiaccicata al suolo, cosa fa? Urla.

Arriva una creatura, le morde il collo divorandola, e lei continua ad urlare.

Ora, dico io, fossi stato al posto dell'attrice, sicuramente avrei detto al regista: ma che minchia mi stai facendo fare?

No perché quando tutto sembrerebbe finito, il regista usa ancora questa povera disgraziata per una sequenza-sogno dove l'urlo è ancora in atto e poco importa chi lo lancia, forse potrei essere stato anche io stesso!

 

Abbiate pietà.

 

 

 

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