Regia di Federico Zampaglione vedi scheda film
The Whitch, It Follows e Babadook hanno un degno avversario...!
Posso dire con tranquillità di essermi goduto, finalmente, un film horror fatto coi controcazzi. Immersivo, sanguinoso, violento, teso, pauroso in alcuni punti, suggestivo, crudo, interessante e internazionale. E indovinate un po’, è italiano. Di Federico Zampaglione ne avevo sentito parlare come di uno che sa’ mettere in scena bene, ma che purtroppo aveva spesso tra le mani delle sceneggiature così così. Stavolta con THE WELL non è così.
1993. Lisa Gray, una giovane restauratrice d’arte americana, si reca verso Sambuci nel Lazio per sistemare un quadro di una duchessa. Nel pulmino incontra tre biologi forestali con i quali stringe amicizia. Una volta giunti a destinazione Lisa fa’ conoscenza con il proprietario di un pub davanti alla villa e con la duchessa Emma Malvisi e la figlia Giulia che soffre di una sindrome particolare. Mentre sistema il quadro, con due settimane di tempo contate, Lisa andrà incontro a visioni e incubi causati dalle soggezioni del quadro stesso che sembrerebbe avere qualcosa di molto oscuro dietro. Nel frattempo i tre biologi accampati nel bosco del paese vengono storditi, rapiti e rinchiusi in una prigione con celle circolari e un pozzo al centro. Da lì in poi inizierà l’incubo.
Qui si ritorna all’horror vecchio stampo italiano, ma di quando andava a bomba, visti i richiami a Dario Argento, Mario Bava, Lucio Fulci e persino Pupi Avati guardando le atmosfere, le inquadrature e l’ambientazione. La regia è precisa, lenta in alcune riprese e con un buon montaggio. Si alternano le sequenze oniriche con quelle surreali in maniera buona. La violenza è crudelissima, splatterosissima e sporchissima, mai trash e quasi alla Martyrs in alcuni punti. La fotografia giustamente cambia dal caldo al freddo tra la villa e il pozzo, i jumpscare non ci sono e i personaggi, anche se approfonditi quanto basta, sono perfettamente coerenti e ben interpretati. Dall’attrice protagonista che ha fatto Terrifier 2 alla figlia del regista e Claudia Gerini. Uno ha dovuto ingrassare 30 kili per interpretare una sorta di Leatherface micidiale e la pelata è formidabile. Gli effetti speciali analogici molto ben credibili.
La storia prende dei risvolti sempre più alla Suspiria con un colpo di scena rivelatorio non male e ben costruito fino ad un finale meraviglioso che mette in risalto la crudeltà umana sopra a qualunque male, sia ultraterreno che non.
Purtroppo i difetti si vedono in alcune soluzioni di doppiaggio e presa diretta non proprio eccelsi, i primi venti minuti sono così così e faciloni e una scelta fatta da un personaggio è un po’ forzata.
Dura 91 minuti, ma sono comunque ben spesi. Speriamo che con la distribuzione internazionale il film si faccia sentire ed incassi bene perché proprio teniamo testa ai migliori film horror del XXI secolo e non sto’ esagerando.
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