Regia di Kirk DeMicco vedi scheda film
L'animazione occidentale è in serio pericolo.
Tralasciando i casi Disney-Pixar con le loro recenti opere ("Strange World" ed "Elemental") che sottolineano continue e progressive perdite da parte degli studi massicci, la DreamWorks non è da meno e continua a sfornare, da inizi anni dieci ormai, una sequela di pellicole destinate unicamente al pubblico infantile: i casi di "Trolls", "i Croods", "Home - a casa", "Baby Boss" e tanti altri testimoniano il cambio di rotta dello studio, detratto da tempo del suo lontano spirito libero, vedi gli esempi di "Shrek", "Galline in Fuga" o "Kung Fu Panda". Non è da meno questo "Ruby Gillman - La ragazza con i tentacoli", che sembrerebbe seguire la scia dell'ultima fase DreamWorks, quella che più di tutte abbandona i fini della trama per rigettarsi in un'estetica totalmente plasticosa e digeribile forse al pubblico di riferimento: la CGI ristagna in un continuo copia e incolla del design di "Trolls" e di ciò che avrebbe voluto dire il "Luca" di pixariana memoria - se solo ci avesse provato un po' di più - mentre alcuni espedienti narrativi ricordano l'excursus della protagonista di "Red". Ciò che ne viene fuori è un condensato di dialoghi "scioglilingua" ed incomprensibili che narrano le dinamiche della protagonista Ruby, una teenager che vuole adattarsi alla vita da liceale ma rimane legata al suo destino da kraken. La famiglia è uno dei temi più ricorrenti nell'animazione odierna, ma la superficialità che caratterizza la scrittura di alcuni passaggi è talmente tanto disimpegnata da risultare utile come abbronzarsi in spiaggia in pieno inverno. "Ruby Gillman" è un dichiarato fallimento sin dall'inizio, ma non ci si può lamentare più di tanto. Dispiace solo vedere come una casa di produzione quale la DreamWorks, che durante gli inizi tentava più azzardi per provocare la già citata e maligna Disney, si sia piegata talmente tanto al mercato per bambini pur di vendere qualcosa in più. D'altronde i disastrosi incassi al botteghino non fanno altro che peggiorare la situazione.
Voto: 4-
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