Quando sentirsi diversi significa fare le cose in "grande"...!
Va’ detto subito che è meglio non guardare il trailer, fidatevi che ha qualche monologo importante di troppo.
Ora non so’ se è meglio o peggio di Elemental, dato che non l’ho visto, ma secondo me il film funziona bene per due terzi.
Intanto la peculiarità tipica della Dreamworks di mettere in luce diversa figure che siamo abituati a vedere o buone o cattive è rimasta. Stavolta tocca al Kraken, una creatura marina gigantesca nota per essere un mostro che affonda le navi, ma che qui è positiva e spiega anche il perché. Il film è ben girato, intrattiene, ha momenti divertenti e la musica è figa. Il design del kraken non è niente male nella sua imponenza.
Si affronta la tematica del coming-out, nel vivere senza nascondersi, nella propria accettazione, della famiglia come scelta di vita e gioca abbastanza sugli stereotipi.
Il “cosa” funziona, il “come” meno. Già fin dall’inizio la sospensione dell’incredulità viene messa non poco alla prova, alcuni elementi importanti sono poco più che superficiali ed era meglio metterci più forza nella scrittura. Il villain è un bel po’ telefonato e il finale l’ho trovato frettoloso.
Perlomeno nella sua ora e mezza di durata non è una rottura di scatole.
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