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Non riattaccare

Regia di Manfredi Lucibello vedi scheda film

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La recensione su Non riattaccare

di ANdaMI
6 stelle

locandina

Non riattaccare (2023): locandina

 

Roma, 2020. Irene fatica a prendere sonno quando riceve una telefonata dal suo ex, Pietro, le cui parole fanno presagire la volontà di farla finita. Allarmata, la donna si mette in auto, nonostante le normative sul coprifuoco (siamo infatti ai tempi del lockdown nazionale), per raggiungerlo alla sua casa al mare ed impedire che compia l'estremo gesto. Durante il lungo viaggio notturno, Irene dovrà continuare a parlare al telefono con lui, guadagnando così tempo in attesa di giungere a destinazione. Questa è la trama di Non riattaccare, il film di Manfredi Lucibello con protagonisti Barbara Ronchi (Irene) e Claudio Santamaria (Pietro), presentato al Torino Film Festival 2023 e distribuito nelle sale italiane a partire dall'11 luglio 2024.

 

Barbara Ronchi

Non riattaccare (2023): Barbara Ronchi

 

Partendo dal presupposto che il film non intende affatto riflettere sull'isolamento dovuto al lockdown o, più in generale, sugli effetti della Pandemia COVID-19 sulle nostre vite (per quello stiamo ancora aspettando opere capaci davvero di addentrarsi con stile in una tematica così complessa), bensì utilizzare la delicata situazione sanitaria dell'epoca come sfondo per le vicende e come ostacolo potenziale per la nostra protagonista. Una protagonista unica e assoluta è infatti quella qui ritratta. Barbara Ronchi è perennemente in primo piano, l'occhio della telecamera è interamente a lei dedicato, complice il fatto che Santamaria, per quanto sul pezzo, di fatto si limita a fare la voce al telefono (ossia, fuoricampo). Ciò permette all'attrice di esibirsi in una performance attoriale davvero degna di merito. Le ansie, i pensieri, i rimpianti, la rabbia e la stanchezza del personaggio di Irene si sentono tutti e per tutto il tempo. La Ronchi è talmente convincente da farci sentire come se ci trovassimo lì in macchina con lei. Lucibello, dal canto suo, si impegna a livello registico per farci provare l'angoscia quasi esistenziale che caratterizza questa odissea notturna, complice una buona fotografia e delle musiche adatte allo scopo. Purtroppo, però, la tensione che in film come questo dovrebbe essere costante, rischia invece troppo spesso di calare. Il viaggio di Irene sarà infatti pieno di difficoltà ma queste risulteranno a volte poco credibili, a causa di una sceneggiatura alla continua ricerca di nuovi espedienti narrativi che si rivelano, in ultima analisi, insensati e senza conseguenze. Il rapporto telefonico con Pietro, poi, incuriosisce all'inizio, esplode in un climax finale molto interessante ma, nella parte centrale del film, dopo la quarta minaccia non concretizzata dell'uomo di buttare giù la cornetta, comincia a diventare ripetitivo, salvo poi rivelare dettagli del loro rapporto passato che, fortunatamente, salvano il film dalla noia. 

 

Pur zoppicando lungo la strada, Non riattaccare riesce a portarci dove vuole andare e intrattenerci per l'ora e mezza che dura, non siamo certamente di fronte ad un grande film ma giunti ai titoli di coda non ci si pente della visione, consapevoli di aver assistito ad un discreto thriller dai toni drammatici.

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