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Non riattaccare

Regia di Manfredi Lucibello vedi scheda film

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La recensione su Non riattaccare

di diomede917
6 stelle

CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917: NON RIATTACCARE.

Molti hanno accolto l’opera di Manfredi Lucibello come il Locke italiano per via che i protagonisti del film sono Barbara Ronchi e il suo telefono. 92 minuti di angoscia , paura, rabbia, amore e tanto non detto represso e nascosto.

In realtà Non riattaccare è un’altra intuizione dei Manetti Bros che stanno dietro alla macchina produttiva.

Liberamente tratto dal romanzo di Alessandra Montrucchio e volutamente ambientato la notte del 28 marzo del 2020, in pieno Lockdown per rendere la solitudine e l’alienazione dei due protagonisti decisamente esasperante e fortemente in bilico su un’eventuale futuro.

Protagonista è Irene, un’interprete insonne che in una Roma buia e tremendamente silenziosa riceve la telefonata di Pietro.

Pietro è il suo ex, si sono lasciati da 7 mesi. Un amore che ha lasciato cicatrici profonde nell’anima e soprattutto nel fisico di Irene.

Irene sta passando il lockdown con Alessandro, un ex compagno di università con cui condivide la sua solitudine e bisogno di andare avanti.

Pietro è distrutto e devastato dai sensi di colpa per la fine del loro amore. Pietro chiama Irene per salutarla un’ultima volta prima di compiere l’insano gesto.

Non riattaccare racconta del viaggio tra Roma e Santa Marinella di Irene, che cerca di salvare il salvabile. Per evidenziare la drammaticità e gli strascichi di una storia agli sgoccioli di due persone che ancora si amano, Irene intraprende il suo percorso con un’autonomia di benzina di 43 km e 19% di batteria. Ha lasciato bancomat e caricabatterie in casa.

Ma lei deve assolutamente parlare per tutto il tragitto pur di impedire al suo amore sospeso di morire.

Non riattaccare in realtà è la vivisezione di un amore. Tutto vissuto attraverso la fisicità e lo sguardo di una Barbara Ronchi sempre più brava e la voce di un sofferto Claudio Santamaria che ricorda il sofferto Paolo mucciniano dell’Ultimo Bacio ma soprattutto quello di Baciami ancora.

Manfredi Lucibello racconta tutto con il ritmo serrato di un Thriller dei sentimenti, dove i non detti di una storia d’amore si trasformano in colpi di scena che cambiano la prospettiva dello spettatore e che la colonna sonora di Motta rende ancora più angosciante.

Sullo sfondo una società alienata da un virus che piano piano ci sta mangiando il cervello.

Nel suo breve tragitto Irene incontra attempati signori disposti a ricevere prestazioni sessuale per 20€ di benzina e poliziotti con occhi impauriti che chiudono un occhio sulle autocertificazioni.

Proprio nella relazione tra Irene e il mondo esterno che il film di Lucibello vacilla e rischia di andare fuori strada per poi riprendersi con l’amaro e duro sfogo finale dei due ex amanti.

Proprio l’alba del 29 marzo risulterà rivelatoria su quello che sarà il domani di questi due ragazzi che hanno sofferto oltre misura per il loro amore.

Ma questa è un’altra storia.

Voto 6,5

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