Regia di Gianluca Fumagalli vedi scheda film
Lei viene lasciata da lui per un altro; si spaccia per vedova, cosa che tre anni dopo sarà realmente. Ma la casa dove lei vive viene lasciata all'altro: la strana coppia comincia una convivenza forzata e bizzarra. Comunque meno bizzarra dell'idea di lei di frequentare un tizio che non l'ha mai davvero convinta.
Prodottino paratelevisivo dagli standard davvero bassi, Quasi quasi è la quarta regia di Gianluca Fumagalli e presumibilmente la prima a raggiungere il più vasto pubblico. Questo soprattutto grazie a un cast che pesca sapientemente tra i volti in voga in quel periodo sul piccolo schermo: Marina Massironi, Neri Marcoré, Fabio De Luigi sono tra gli interpreti principali insieme a Nicola Romano, Stefano Abbati, Jacob Olesen e Giovanna Mori. Ma per il resto di appetibile non c'è sostanzialmente nulla, neppure la colonna sonora firmata in incognito da Elio e le storie tese (scritta dal tastierista Antonello Aguzzi detto Jantoman, suonata – anche – da Elio, Cesareo, Faso e Christian Meyer): Quasi quasi è anonimato puro, a partire dalla sceneggiatura che Fumagalli scrive insieme a Mariella Zanetti. Una storia di amori improvvisati e inefficaci oltre i trent'anni, di coppie che scoppiano e omosessualità dietro l'angolo: tutto già stravisto per l'epoca e per l'epoca assolutamente in linea con gli standard. Ma la confezione piuttosto misera e l'inconsistenza dei dialoghi (prima ancora di quella nella costruzione dei personaggi, comunque evidente) fanno la differenza in negativo su tutto il resto dell'opera. Bene gli interpreti, ma forse non era con lavori di questa risma che avrebbero voluto essere ricordati; per Fumagalli si tratta dell'ultima regia cinematografica – nessuna sorpresa, qui. 2,5/10.
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