Regia di Emma Dante vedi scheda film
La Sicilia di Emma Dante non è mai stata così senza tempo come in questo suo terzo lungometraggio da regista.
È in questo contesto fuori da ogni civiltà che vive Arturo, bimbo mai cresciuto, protetto dalle sue due madri non naturali, sarte di giorno e puttane di sera.
Due donne al servizio del magnaccia padre del ragazzo, che si liberò della bella moglie quando scoprì che la stessa progettava di abbandonarlo con l'infante.
Raccolto per pietà tra le rocce di un vallone a ridosso del mare, protetto da una pecora, Arturo cresce ma rimane un bambino.
E dalla sua levata tra le rocce, hanno inizio bradisismi improvvisi che spostano a mare tonnellate di pietre nei momenti più improvvisi, tra frastuoni e boati e un clima da catastrofe incombente. Il cinema della Dante è sempre stato legato alla natia terra sicula.
E ogni volta la regista ci sorprende con fenomeni fisici che vanno oltre l'umana comprensione.
La via che si spiana in Via Castellana Bandiera, il palazzo che si avvicina al mare in Le sorelle Macaluso, ed ora i massi rotanti che gravitano a mare, rappresentano la forza e l'intransigenza di una natura che non riesce a limitarsi a fare da sfondo alle cattiverie di una umanità sempre inquieta e sempre in lotta con se stessa.
Anche Misericordia è un film che ostenta il suo carattere vigoroso, che si traduce nella forza e nella intransigenza delle tre protagoniste donne di salvare il povero Arturo, quel figlio che la mala vita non ha concesso loro di concepire, ma che la solita arroganza maschile ha reso orfano ed abbandonato ad un destino altrimenti Ancor più tragico.
La vita di Arturo si specchia su un mondo che si rivela contemporaneo solo grazie a qualche sparuto indizio, come un auto o un cellulare, una confezione di prosciutto affettato e poco altro.
Ma potrebbe benissimo essere il ritratto di una deriva esistenziale di qualsiasi altra epoca, essendo tutta la storia dell'umanità pervasa da prevaricazioni e soprusi, gli stessi che hanno reso bambino, e come tale ingenuo ma puro, il giovane Alfredo.
Ottimo il cast di volti veri che annovera il giovane Simone Zambelli nel ruolo di Arturo, mentre le tre mamme-peostitute sono perfettamente rese da Simona Malato, Tiziana Cuticchio e Milena Catalano, mentre il padre-padrone infernale del giovane protagonista è effecacemente reso dal bravo e noto Fabrizio Ferracane, perfido più che mai.
Il film, scritto dalla stessa regista, è anche stavolta un adattamento che l'autrice ha tratto dal suo omonimo spettacolo teatrale, riconfermandosi una voce verace e talentuosa anche in campo cinematografico.
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