Regia di Teemu Nikki vedi scheda film
Risto è un conducente di carri funebri e, all'occorrenza, becchino; è il più economico del settore, poichè ha un gran bisogno di lavorare, per mantenere il vizio del gioco. Arto, suo vicino di casa, vede la sua vita andare a rotoli dopo che gli viene rilevata, a seguito di un esame, l'assenza del cervello nella scatola cranica; l'uomo avrebbe la capacità di pensare grazie ad un'escrescenza del midollo spinale. Entrambe finiti fuori casa per volontà delle mogli, il primo poichè, a causa dei debiti, ha messo nei guai la famiglia, il secondo in conseguenza della scoperta della singolare condizione del proprio fisico, iniziano a lavorare insieme, anche offrendo collaborazione per far sparire cadaveri di persone morte in circostanze ... non lecite. Entrano al servizio di un'organizzazione che guadagna su trasmissioni in streaming e scommesse clandestine connesse a sessioni di "roulette russa" che persone disperate effettuano volontariamente, giungendo nella maggior parte dei casi alla morte. Risto, giocatore impenitente, sceglie di partecipare, cercando un modo per trarne vantaggio sia da vivo, sia da ... cadavere. "La Morte E' Un Problema Dei Vivi" è un film drammatico dai contorni surreali e grotteschi, diretto dal regista finlandese Teemu Nikki, il quale racconta la storia di due solitudini, conseguenza di vite senza prospettive, che s'incontrano e, senza pregiudizi, ne' cose non dette, consentono la nascita di una vera amicizia. Il "background sociale" dei due protagonisti non è dei migliori; un contesto scialbo, spento; una routine alienante, la quale probabilmente non protegge Risto dalle tentazioni del vizio del gioco. La ludopatìa altera i suoi rapporti con la moglie e con il figlio; egli esprime propositi di redenzione, i quali puntualmente non si traducono in fatti, poichè non è in grado di liberarsi dalla dipendenza. E' quando "tocca il fondo" - cacciato di casa, lasciato dalla moglie in favore di un altro, resosi una delusione per il figlioletto - che, rassegnato al non poter cambiare, sfrutta il contesto per raggranellare, a costo della vita, la somma necessaria a porre rimedio al male fatto. Egli collabora con un'organizzazione che prospera sulla disperazione altrui, persone che mettono a rischio la vita, nella quasi totalità dei casi perdendola, a beneficio di scommettitori e "voyeurs" sul web, pur di guadagnare in fretta una gran somma di denaro. Sceglie, errando clamorosamente il calcolo delle probabilità di successo, di partecipare al "gioco". Per lui sarebbe morte certa, se non intervenisse Arto. Uomo di buon carattere, un lavoro normale, una compagna che vuole un figlio da lui, una schiera di conoscenti non proprio amici, vede la reputazione sociale distrutta dalla notizia d'essere privo di cervello. Trova in Risto aiuto ed amicizia; egli, dunque, ormai privo di ulteriori prospettive, sceglie di condividere con il compagno i rischi della prova cui si sottopone. E non ha fortuna. Interpretazioni senza infamia ne' lode per gli interpreti dei due bistrattati protagonisti; essi, come gli altri personaggi che compaiono in scena, mai esprimono felicità. Sono tesi, stanchi, percorsi da ansie, delusi, angustiati. La disperazione è sempre in agguato. La morte è dunque solo uno tra i tanti problemi dei vivi, forse neppure il peggiore; la tranquillità dei diversi cadaveri che appaiono in scena sembra quasi invidiata dai superstiti, costretti a tribolare per tempo indefinito. Ad una convincente costruzione del contesto non corrisponde un'altrettanto valida messa in scena. In particolare, il connotato dell'assenza del cervello nel cranio di Arto è quasi un espediente per consentire a Risto di immaginare che egli possa sopravvivere ad un colpo di pistola esploso alla tempia. Ritmi sottotono, dialoghi rarefatti, colori spenti, sebbene in linea con i temi trattati, scoraggiano la visione. "La Morte E' Un Problema Del Vivi" sfrutta elementi grotteschi, a tratti amaramente ironici, per costruire un evocativo quadro sociale, emblema di una società decadente; ma non va molto oltre. Non fornisce, infatti, soluzioni. L'epilogo trasmette rassegnazione, non speranza. Un'opera, dunque, parzialmente incompiuta, che tuttavia può piacere in virtù di alcuni spunti interessanti.
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