Regia di Teemu Nikki vedi scheda film
La cosa più banale da dire imbattendosi in una commedia finlandese venata di noir e tratti malinconici è tirare in ballo Aki Kaurismaki: in casi come quello di Peluri (La morte è un problema per i vivi), però, il paragone viene da sé, ed in senso assolutamente positivo.
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Risto si occupa di recuperare cadaveri, e per farlo si reca dove ce n'è bisogno, raccogliendo informazioni tramite annunci mortuari, tramite notiziari, o tramite canali tutti suoi decisamente alternativi. Gira con un carro funebre scalcagnato, dalle finiture malridotte, il galleggiante bloccato e lo stereo fuori uso; e a chi gli fa notare che poteva fare di meglio fa presente che è Volvo, è turbo, e ci si può fumare dentro. In realtà, Risto lavora al risparmio, anzi è indebitato fino al collo, proprio perché il risparmio non sa neanche cosa sia: ruba i gioielli ai morti, e fa pure la cresta sulla paghetta che la suocera dà a lui da consegnare a suo figlio, il tutto per alimentare il proprio vizio, il gioco d'azzardo. Ma quando, per saldare i debiti, mette a rischio anche il conto della moglie, lei si tira fuori gli chiede il divorzio.
Arto lavora con i bambini in un asilo e conduce una vita tranquilla, con una donna che lo ama e vuole un figlio da lui. Tutto cambia, però, quando una banale caduta lo induce a fare una radiografia al collo che gli cambia la vita: al collo non risulta avere nulla, ma ciò che la dottoressa nota di unico è che non ha nulla nemmeno in testa; per dirla bene, ha pochissima materia grigia, solo una minima traccia di tessuto cerebrale. Alla faccia del segreto professionale, la notizia fa il giro della città e del web in men che non si dica, e in poco tempo si trova senza più un lavoro e senza neanche la compagna.
Entrambi mollati dalle rispettive metà, Risto e Arto incrociano i loro destini fuori dalle rispettive porte di casa (abitano vicini) nel momento in cui al becchino senza cuore servono due braccia che lo aiutino per andare a caricare un cadavere, e al bamboccione senza cervello neo-disoccupato servono quattrini per tirare a campare.
La cosa più banale da dire imbattendosi in una commedia finlandese venata di noir e tratti malinconici è tirare in ballo Aki Kaurismaki: in casi come quello di Peluri (La morte è un problema per i vivi), però, il paragone viene da sé, ed in senso assolutamente positivo. Teemu Nikki, giunto al proprio settimo lungometraggio, si muove infatti nel sottobosco dei derelitti e degli sfigati già caro al suo più noto conterraneo, e propone un senso dell'umorismo stralunato e graffiante, capace di flirtare con l'assurdo senza scadere nel gratuito e nel ridicolo: il risultato è un film che parla di amicizia e dell'arte di arrangiarsi, ricco di passaggi divertenti ma al tempo stesso capace di commuovere e di lasciare uno spiazzante retrogusto amaro.
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