Regia di Pedro Almodóvar vedi scheda film
Benigno fa l'infermiere e da quattro anni assiste Alicia, in coma a seguito di un incidente. Nello stesso ospedale, Marco presidia quotidianamente il capezzale della torera Lydia, messa brutalmente k.o. da un toro durante una corrida. Tra i due nasce un legame cucito dalla comune dedizione verso le "loro" donne. La loro amicizia verrà messa alla prova quando Benigno approfitta del corpo inerme di Alycia per metterla incinta.
Sotto tono rispetto alle prove precedenti, Almodovar gioca sugli schemi classici del suo cinema: rimescola l'archetipo femminino e mascolino assegnando a Lydia un ruolo maschile e mostrando tutta la femminilità dei due uomini; insiste sull'amicizia sulla quale aleggia una vaga dimensione omosessuale, spinge al parossismo il gioco della comunicazione, dando a Benigno il compito di parlare per quattro anni ininterrotti ad una donna in coma. Il film sembra così andare alla ricerca dell'effetto a tutti i costi, della lacrima gratuita e gira a vuoto per almeno un'ora intera, tra dialoghi banalissimi e situazioni alle quali il regista ci ha ormai abituati. Volendo commuovere a tutti i costi, il film si aggira pericolosamente dalle parti della soap-opera, con qualche clamoroso quanto insolito guasto anche in cabina di regia. Toccante il cammeo di Caetano Veloso, che interpreta Cuccuruccuccu.
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