Regia di Wes Anderson vedi scheda film
I Tenenbaum sono una famiglia complicata: una madre passiva, un padre inetto ed incapace del proprio ruolo, tre figli, di cui una adottiva, ex bambini prodigi, ma che una volta adulti risultano tremendamente frustrati dall’aver fallito i proprio obiettivi. I genitori si separano, ma un giorno il capofamiglia Royal torna a casa affermando di essere in fin di vita: le diatribe e i contrasti si ravvivano…
Dietro l’indubbia singolarità di un prodotto cinematografico unico nel suo genere per stile ed originalità, non c’è solamente una scrittura piuttosto interessante (di Wes Anderson e di Owen Wilson), ma soprattutto scelte artistiche (che vanno dal montaggio spesso sfasato, alla fotografia che cambia in continuazione, dai dialoghi fittissimi, alla caratteristica suddivisione in capitoli) indubbiamente peculiari.
Il regista Wes Anderson realizza un film di grande personalità, in cui si segnalano inquadrature fatte di piani e campi più stretti della norma, che, unitamente ai dialoghi molto fitti, lasciano alle scenografie poco spazio. Quasi non si riesce a concentrarsi sullo sfondo; tutto ruota attorno ai personaggi, ai loro rapporti, ai dialoghi: il contorno, per quanto tutt’altro che spoglio, ha la funzione di mero contenitore, con l’impressione generale di assistere ad una sorta di “film-fumetto”, con personaggi che proprio come nei fumetti indossano sempre gli stessi abiti per tutto il film.
Il notevole surrealismo di cui tutta la pellicola è pervasa ne fa preferire la (forte e preponderante) componente drammatica a quella (sofisticata, e in fondo marginale) di stampo brillante. Rimane criptico il messaggio degli autori sul tema della famiglia, ma anche su quello della possibilità o meno di redenzione. Notevole e prestigiosa la colonna sonora.
Piccolo gioiello che andrebbe visto solo una volta nella vita per lasciare inalterate le innumerevoli sensazioni della prima volta…
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