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I Tenenbaum

Regia di Wes Anderson vedi scheda film

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Dany9007

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su I Tenenbaum

di Dany9007
8 stelle

Dopo la tristissima scomparsa del grande Gene Hackman (peraltro ancora in fase di ricostruzione e che lascia davvero un senso di stupore), mi sono voluto rivedere questo film, che già si colloca nella fase finale della sua carriera, interrotta volutamente poco dopo i 70 anni, si presta ancora ad una delle sue più spassose interpretazioni che fanno ancora una volta rimpiangere le capacità attoriali di attori del suo calibro. Per quanto riguarda il film, siamo in un universo squisitamente “andersoniano”: il regista, ancor più di altri, sembra divertirsi da matti nel creare personaggi e situazioni grottesche, surreali. I protagonisti sono tutti collocati un po’ come fossero personaggi usciti dai fumetti: stesse caratteristiche praticamente per l’intera vicenda, stessi abiti (proprio come se si leggesse un fumetto di Tex Willer o di Zagor). Da una parte questo può risultare alla lunga persino un po’ tracotante così come l’intera vicenda fa sorgere più volte un senso di “già visto” in salsa hollywoodiana. Tuttavia la simpatia dei protagonisti, la cura del dettaglio, la colonna sonora ispirata sembrano esprimere una forza alla vicenda che sicuramente tiene lo spettatore più incollato all’evolvere della storia. Soprattutto la prima parte, con un Gene Hackman che gigioneggia splendidamente mentre cerca di riprendere il “controllo” della famiglia è briosa e scorre bene, la seconda ha a mio avviso più momenti di incertezza, con l’intersecarsi delle vicende di Margot, Richie e del vicino Eli. Dunque questa surreale “epopea familiare” che in chiave drammatica avrebbe mostrato la disgregazione e lo sgretolamento dei talenti familiari (da non dimenticare che tutti i figli di Royal ed Etheline, anche l’adottiva Margot, hanno dei talenti strabilianti in tenera età che sembrano però essersi dissolti col passare del tempo facendo spazio a paranoie, ansie e malinconia) sembra proporsi più come un inno a dei valori assolutori, tendendo sostanzialmente ad un happy ending in cui, grazie anche ad un tardivo contributo, non certo del tutto spontaneo, di Royal, l’istituzione familiare sembra poter procedere secondo i canoni più sereni e tradizionali. Non sono riuscito a vederci lo spirito di un capolavoro, ma rimane ancora un film corale con ottime prove di un cast pressoché all stars.  

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