Regia di Simon Wells vedi scheda film
Chi meglio di Simon Wells poteva dirigere un film ispirato a H.G. Wells? Se i cognomi non sono opinioni, la nuova “Macchina del tempo” non poteva fallire. E infatti il film è simpatico, divertente, impunito: un’avventura per ragazzini che non dispiacerà ai grandi, soprattutto a quelli che ricordano il vecchio film di George Pal (in italiano “L’uomo che visse nel futuro”, 1960: il remake lo omaggia con una citazione) e in generale la fantascienza anni ‘50 citata anche negli effetti digitali squisitamente “rétro”. La trama: nella New York fine ’800, il giovane scienziato Alexander inventa la macchina del tempo per tornare a quattro anni prima e salvare da morte violenta la sua fidanzata. Ma tutto va a rotoli: Alexander arriva prima nel 2037, poi in un futuro lontanissimo dove sopravvivono due etnìe “umane”, i mitici Eloi e i feroci cannibali Morloch. Inquietante, in tutti i sensi, il cammeo di Jeremy Irons.
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